di Daniele Craviotto
Erano 5 le partite che Ranieri aveva chiesto di guardare per capire <Cosa vogliamo fare da grandi>. Al termine di 3 di queste, si capisce come la Sampdoria sia un’alunna o una figlia testarda. Di quelle che fanno innervosire insegnanti e genitori. Ancora una volta, contro l’Atalanta, è emerso come le capacità ci siano, ma non vengono applicate fino in fondo. Ecco l’inapplicazione. Tuttavia guardando la formazione iniziale, si notano alcuni fattori. La difesa è quella titolare, tolta la sostituzione causa infortunio di Colley. Centrocampo e attacco rivoluzionati. Da qui si capisce come la programmazione della stagione sia ancora una volta da rivedere. Troppa abbondanza dalla cintola in su. Pochissimi ricambi a protezione di Audero. Qui emerge l’inapplicabilità dei blucerchiati e un briciolo di confusione rispetto a quello che si ha, ma che confonde le idee. Sembra impossibile che la Samp possa andare oltre fiammate di singoli e i pochi pareggi ottenuti (solo 3), fanno capire come in casa blucerchiata o esce la giocata oppure si subisce la partita con conseguente sconfitta. Il Doria su 24 giornate ha perso 12 volte (solo le 3 in retrocessione ne hanno perse di più). Nel guardare poi l’incontro, sembra di sentire Voldemort prima dell’attacco alla scuola di Hogwarts con il suo «Ahh non imparano mai. Iniziate!». Buon inizio, gol subito, squadra in tilt (tranne i primi 3 minuti del secondo tempo) e amnesia su come continuare a fare quello che bene era stato fatto per 35 minuti. Il turnover fatto in vista del derby di mercoledì, potrebbe suonare come un bruttissimo segnale. Come quello degli alunni che a marzo chiudono i libri, convinti dai buoni voti ottenuti, concentrandosi solo su una verifica a scelta. Il rischio di fare ciò, è di fallirla e rimanere delusi senza più stimoli. La Sampdoria non può permetterselo, oltre al fatto che, dopo anni di gioie, la verifica-derby è diventata improvvisamente dura e pesante (1 pareggio e 2 sconfitte). L’all in lanciato con le scelte iniziali da Ranieri dovrà portare all’intero piato o il possibile bluff potrebbe rivelarsi difficile da superare. Comunque andrà, i blucerchiati dovranno tenere a mente, fino a fine stagione, la frase del poeta inglese Samuel Rogers «Pensa che niente è fatto finché resta qualcosa da fare». In caso contrario, da inapplicata, la Samp potrebbe diventare un’alunna indisciplinata con rischi annessi e connessi.