di Gianni Massaro
Campo verde e Carlo Verdone, di realtà e finzione, una corrente ondivaga che indossa una maglia rossonera.
Rafael Leão sa stregare e addormentare, più che il gioco, lo spettatore talvolta. Un enigma intrigante, giovane e dalle prospettive interessanti, nonché da smussature in qualche caso preoccupanti.
Può rivelarsi nel tempo una delusione, ha nelle corde le doti per confermarsi almeno un buonissimo campione.
Il 2021 del portoghese da lampi puri ad inaugurare e da pause corpose di efficacia realizzativa più che di impegno e sudore cacciato.
Il finale di stagione ne disegnerà eventuali scenari, ancora varie partite per carpirne il valore assoluto, protagonista forte o fioca luce, coprotagonista notevole o discontinuo motore.
Pennellate d’autentico autore si sono intraviste, spicca proprio contro le Streghe beneventane dell’ex Inzaghi, una perla che permise di congelare il risultato nonostante l’inferiorità numerica dei milanisti, 0-2 contro i campani alla ripresa del torneo all’incipit di gennaio.
Pennellate alternate a partite con lunghissimo fare da ghiro cocciuto, d’urto duro, rigido Leão si prende la briga di essere Brega, Mario Brega, un piede che può essere piuma o fero.
‘VogVag’ Leão è vago o pungente, stupisce la ‘Voglia al Vaglio’ portoghese del Milan di Pioli.