di Gianni Massaro
Tare ha abituato a stupire, sono vari i colpi con minima spesa e resa altissima, intuizioni, colpi al momento giusto nella collocazione giusta.
Poche spese esose, Igli sa scegliere, ha edificato una squadra vicina allo scudetto nella stagione 2020-21, in un processo portato avanti in qualche anno.
La Lazio ha provato il salto in lungo mostruoso, da lottare talvolta per l’ultima piazza valida alla qualificazione in Champions si catapulta alla lotta dello scudetto, e forse senza pandemia l’inerzia sarebbe stata alquanto migliore per la squadra di Inzaghi.
Arrivata sul gong a pari merito con l’Atalanta di Gasperini, e dietro Inter e Juventus nell’estate 2020.
Altro anno, altra storia, intanto è stata riacciuffata la musichetta dell’Europa nobile dei campionissimi, dopo qualche lustro…
Non male, a dispetto di una classifica con emesso verdetto che esclude dalla prima fila. Tanta fatica, per poco, se considerata la marcia sino all’affacciarsi primaverile alle porte.
Imperversa calamità e si procede. Nel mercato che conduce all’annata arricchita da Coppa Campioni Fares ha un senso logico, andando a ricostituire la batteria di rotaie periferiche di ex dimora spallina;
in fattura semplice, nel 3-5-2 con Lazzari maggiormente abituato al fare da alfiere con turbo incorporato, mentre il neo acquisto dall’altra parte insidia mediante fisicità maggiore.
Una coppia in ampiezza di ‘quintali’ diseguali, offrono differenti soluzioni, da atletica vocazione l’italiano, in lungo; in largo e battagliero l’algerino.
Scarna fantasia ma diligenza e quantità.
Vedat Muriqi lascia invece perplessi, specie per quello che concerne l’esborso. L’ex Fenerbahce dal rendimento esiguo, pare rivelarsi un tonfo del lungimirante dirigente, fiuto calcistico blando per l’asso biondo della dirigenza laziale.
Nell’estate passata ha prodotto frutti timidi, alquanto strano, un mercato minimamente Tarepeutico.