di Lucio Marinucci
Nel corso dei suoi 104 anni di storia il Bodø Glimt, squadra norvegese fondata nel 1916, ha vissuto decisamente più di bassi che di alti. Fino alla metà degli anni ’70 si è nutrito di stagioni modeste, senza mai raggiungere la Eliteserien (la massima categoria), anche in virtù della discriminazione dei norvegesi meridionali nei confronti dei connazionali settentrionali, ritenuti dai primi meno sviluppati e civilizzati. Questa forma di razzismo si è tradotta per anni nel calcio nazionale con regole talmente proibitive da rendere quasi impossibile la promozione in prima divisione per le squadre del Nord. La vittoria della Coppa Nazionale nel 1975 e l’approdo in Eliteserien nel 1976 dei “Fulmini” (glimt in norvegese significa fulmine) furono però decisivi per convincere la Lega a cambiare registro in una direzione più paritaria. I decenni successivi sono stati un continuo alternarsi di lunghi periodi di magra intervallati da sporadici successi, come la seconda Coppa Nazionale conquistata nel 1993. Anche gli anni 2000 non hanno regalato gioie particolari fino al 2018, anno del ritorno in massima serie. Il segreto della rinascita delle ultime stagioni risiede nel forte senso di appartenenza su cui la società ha deciso di improntare il proprio percorso. Il presidente Bjørn Tore Hansen, ex giocatore giallonero negli anni ’80 e ’90, ha puntato molto sulla fioritura del vivaio, da cui sono sbocciati il capitano Patrick Berg, la preziosa mezzala Ulrik Saltnes e soprattutto l’ormai milanista Jans Petter Hauge. Come allenatore è stato scelto nel 2018 Kjetil Knutsen, privo di altre esperienze significative in panchina. Il primo anno è arrivata la salvezza, quello successivo il secondo posto e nel 2020 è giunta la consacrazione. L’ultima edizione dell’Eliteserien non ha difatti visto il Bodø vincere, ma stravincere il campionato con ben 19 punti di distacco sul Molde. I numeri sono quelli di un dominio incontrastato in lungo e in largo: 81 punti in 30 giornate, vinte tutte le partite casalinghe e 103 gol segnati. Un ruolino di marcia praticamente perfetto che ha portato la squadra dell’estremo Nord al primo titolo della sua centenaria storia. Chiaramente già molti club esteri hanno messo gli occhi sui talenti emergenti del Glimt e infatti oltre ad Hauge anche il centravanti Junker (26 gol e 8 assist) e l’ala Zinckernagel (19 gol e 18 assist) hanno lasciato la Norvegia rispettivamente per gli Urawa Diamonds e il Watford. Se il prossimo campionato si aprirà dunque con qualche arma di meno, di certo non sarà l’entusiasmo a mancare perché la voglia di continuare a vincere è tanta: che la tempesta di fulmini abbia inizio.