Non dire Gattuso se non ce l’hai nel sacco

Posted By on Giu 7, 2021 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

Una rivalità storica, lunghissima, quella tra Juve e Napoli.
Un quarto posto agli ultimi minuti ancora in precario ballo, tra Milan azzurri e bianconeri.
I rossoneri sullo 0 a 1 nel recupero a Bergamo la chiudono con ulteriore calcio di rigore. Tre punti e dall’ombra del quinto posto si piazzano alle spalle dell’Inter capolista.
Juve conduce ampiamente a Bologna, 1 a 4, al Maradona sblocca l’ex Rrahmani e pareggia Faraoni.
Caro Rino, Rino Caronte, Gattuso si conferma allenatore di buonissimo livello ma da inferno vissuto, quasi attirato nelle varie esperienze, dal Palermo al Milan passando per OFI Creta e Pisa, problematiche ad ostacolare ed intralciare un più sereno percorso, Napoli non escluso.
Ben 77 punti per la squadra campana, bottino che non sarebbe bastato per i primi quattro posti soltanto nello scorso anno da quando vigono i tre punti e le venti squadre (dal 2004-05), con Atalanta e Lazio a 78 punti in seconda fila l’estate scorsa.
Ritornano dunque ad essere molto competitive le milanesi e l’egemonia juventina è stata interrotta.
Napoli e Milan le più acciaccate nell’arco della stagione, in ruoli cruciali: colpa di giocatori, staff medici, ritmi intensi, alcuni sbagli e fragilità. Di se non si vive e il condottiero Gattuso s’è arreso sul più bello, fantasmi del passato.
Sguardo spossato, dalla società non molto tutelato, pareva quasi tutto indirizzato e invece per gli azzurri ancora Europa League. Smalto encomiabile in molte occasioni, valanghe di gol (basti pensare al 6 a 0 contro la Fiorentina).
Una melodia instabile e diafana, fanali di velluto coinvolgente e travolgente con qualche tono arruffone, la sciagurata sconfitta casalinga contro lo Spezia ad esempio.
Al Napoli è mancato il timbro perentorio contro il Verona come in qualche ulteriore sfida.
Non si può sempre vincere, sicuro, ma l’occasione era troppo ghiotta.
Partite di reti a valanghe, angariando a profusione ma un guizzo mancante al traguardo.
Tanti i punti persi in casa come il Milan la squadra di Gattuso, tre sconfitte e quattro pareggi, di cui da sottolineare la maggior parte con avversari meno competitivi.
Traghettando all’Ade, a un sommo Ade, questa finora si è rivelata la ‘caratterizzazione’ di Gattuso allenatore, non da super mega élite, almeno finora.
Nobile intruso per la seconda volta, nel 2018-19 ad andare in Champions quando allenava il Diavolo furono Atalanta ed Inter, questa volta le due uniche già qualificate alla prossima Champions.
Col timone da guidare si infrange sullo scoglio scaligero, Milan va, e la Juve giova del passo falso napoletano.
Sul filo adrenalinico, l’amico Pirlo sorride, e per Gattuso finale amaro, amarissimo ormai già lasciatosi con la corte di ADL.
Conclude con 86 gol, terzo miglior attacco il Napoli a quattro reti dall’Atalanta e tre dall’Inter.
Terza miglior difesa col Milan, più 3 incassati rispetto alla Juve, e più 6 sull’Inter con meno di un gol subito a partita di media.
Un gioco pure ricercato, che si è affinato ed evoluto quello di Rino, la ciurma azzurra ha sbagliato con Verona e Sassuolo sia all’andata che al ritorno, un punto con i neroverdi e un altro con l’Hellas su dodici totali.
In modo balordo all’ultimo respiro al Mapei Stadium, ottava e decima forza del torneo hanno frenato sogni della squadra passata in gestione Spalletti.
Capaci di battere Atalanta, Juve, Milan e Lazio una volta, la Roma in entrambi gli atti, andando al sodo il Napoli è mancato una volta di troppo contro le famose medio-piccole.
Per un punto di lari, spiriti della casa senza dare la forza per lo spunto decisivo, manca un sussulto nel tempio maradoniano: quinti in fondo, ma a soli due punti dalla medaglia argentea.

Submit a Comment