Euro 2020: la leggenda di “Lucho” l’Hombre Vertical

Posted By on Lug 15, 2021 | 0 comments


(di Giuseppe Porro)

Gli Europei sono terminati con la vittoria della nostra nazionale che ha visto in Mancini il protagonista assoluto di questa vittoria. Ma la prima ed unica rassegna itinerante ha avuto diversi protagonisti nelle varie fasi che mano mano si sono sviluppate.

Il calcio in generale ha sempre avuto storie ed aneddoti romantici, speciali, particolari, anche da film, e i protagonisti che hanno lasciato il segno nella storia del calcio sono molti, e non solo a volte per motivi prettamente sportivi.

Nel caso specifico parlando di questo europeo ci sembra doveroso trovare nel protagonista in assoluto un uomo che ha fatto della naturalezza e della semplicità (ma non da oggi) il suo credo, stiamo parlando di Luis Enrique Martínez García, ho più semplicemente “Lucho”.

L’asturiano nativo di Gjion è un’altra mosca bianca del calcio, un “hombre vertical” in campo e fuori. Protagonista a Madrid, Barcellona e nella nazionale iberica da calciatore, ed altrettanto con i blaugrana e le furie rosse da allenatore.

Lucho fa notizia perché mentre la sua Spagna veniva eliminata dall’Italia ai rigori giocando una partita di grande intensità, mettendo in difficoltà gli azzurri e dimostrandosi (forse insieme all’Austria) l’avversario più ostico dell’Italia prima di riportare la coppa a casa dopo 53 anni.

L’asturiano si relazionava; parlava; scherzava si abbracciava con De Rossi (definito dall’ex centrocampista giallorosso uno dei migliori allenatori mai avuti); Chiesa; Mancini e con altri azzurri con una naturalezza disarmante, andando persino a dichiarare di tifare Italia dopo l’uscita della sua Spagna.

Bisogna saper perdere, e in uno sport che spesso dimentica la cultura sportiva, Luis Enrique passa per l’appunto per una mosca bianca mentre è un vincente nella vita, ed ha molto da insegnare specialmente ai giovani che si avvicinano al calcio.

L’hombre vertical, come in passato lo sono stati Menotti, Tardelli o Hector Cuper, che abbiamo visto all’opera a Roma anche se “hombre vertical” o “Zichichi” erano usati in modo dispregiativo nella capitale, dopo aver patito il dolore vero sulla sua pelle, ha ancor di più “schermato” il carattere già forte di suo, insegnando la cultura della sconfitta agli avversari.

Passato per l’appunto per Roma, ma dimenticato troppo in fretta e poi rimpianto con la stessa fretta nella capitale giallorossa che tutto e tutti trita come un frullatore, dimenticando che non siamo Madrid che di vittorie ne ha viste tante a differenza della capitale, anche se siamo quasi allo stesso parallelo.

Quindi senza alcun dubbio onore al vincitore morale di Euro 2020, un insegnante di calcio, un insegnante di vita, lui che vive ed ha vissuto da vero “hombre vertical”. Honor para ti Luis Enrique, vero ed unico Hombre Vertical!

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