di Daniele Craviotto
Uno dei grandi successi di Luciano Ligabue sembra essere stato fatto proprio dai blucerchiati per questo inizio di stagione. Contro l’Inter campione d’Italia (ironia della sorte la squadra del cuore del cantante toscano) la Sampdoria ha rimosso ogni timore e con grande coraggio ha risposto colpo su colpo alla forza dei neroazzurri. Samp che diventa al Ferraris diventa un ostacolo complicatissimo quando il Biscione indossa il tricolore. Infatti, con ieri, negli ultimi cinque confronti da detentori del titolo, le statistiche recitano 1 vittoria 3 pareggi e 1 sconfitta. Stupisce come i medesimi numeri appaiano guardando al quinquennio meneghino iniziato quindici anni fa. Tornando al concetto di paura, il Doria e i suoi tifosi ci hanno convissuto per quasi tutta l’estate. Mesi di dubbi e poche certezze. I genovesi sono rimasti orfani di un mister capace di prenderli all’ultimissimo posto e nemmeno due anni dopo li ha lasciati al nono posto con 52 punti. Il nome del sostituto tarda ad arrivare e solo una settimana prima del ritiro diventa pubblico. Mister D’Aversa che ha chiuso all’ultimo posto con il Parma il passato campionato. Il malumore è palpabile tra i tifosi. Il tutto viene accentuato dall’addio di Pecini ( il secondo in pochi anni) e la sua sostituzione sembra una nuova telenovela. Alla fine arriva Faggiano che riesce a liberarsi dai cugini rossoblu. Tutti si aspettano che il suo arrivo faccia infiammare il mercato della Sampdoria, invece tutto rimane silente. Altra tensione e altra paura. Come quella generata dalle voci che almeno un big (Thorsby e Damsgaard i principali indiziati) dovrà essere sacrificato. Alla fine sarà Jakub Jankto il prescelto. Difficoltà a cedere gli esuberi e nessun acquisto portano D’Aversa a predicare stabilità e continuità nella squadra. Viene accontentato con nessuna cessione eccellente e l’arrivo di Francesco Caputo dal Sassuolo. Intanto è iniziato il campionato e fin dalla prima conferenza stampa l’allenatore italo-tedesco chiede di non avere timori reverenziali o paure, ma solo rispetto dell’avversario. La Samp perde di misura in casa con il Milan e strappa con cuore e grinta un importante punto a Reggio Emilia. Le cose che uniscono le due partite è il rammarico di non avere trasformato in gol quanto prodotto e le belle prestazioni. 0 gol fatti. Contro l’Inter viene messo a posto anche questo aspetto con due reti segnate e grande concretezza rispetto a quanto fatto in fase offensiva. Unica nota dolente è il numero esiguo di tifosi allo stadio. Infatti il tifo organizzato ha rifiutato di tornare fino a quando non verrà garantito l’accesso al 100% della tifoseria. Il rischio di fare un campionato intero senza di loro è più che mai concreto. Altro fattore da non sottovalutare e un po’ da temere, dato che il mister in primis ha sottolineato l’importanza della Sud fin dalla sua presentazione. Ora, dopo aver affrontato tre squadre arrivate davanti in classifica nella passata stagione, il Doria si trova ad affrontare addirittura una neo promossa. Potrebbe tornare una paura, quella di fare una nuova figuraccia contro chi arriva dalla cadetteria (Spezia e Benevento nell’ultimo anno docent) soprattutto in trasferta come troppo spesso accaduto negli ultimi campionati. Nella canzone citata Ligabue canta <Senti un po’ che vento, forse cambia niente. Certo cambia tutto sembra aria bella fresca>. Starà alla Samp, da adesso in avanti, cercare di dare risposta al quesito. Sempre senza paura.