di Daniele Craviotto
«Attraversammo fra le altre una bellissima Terra nominata Empoli. Il suono di questa voce ha non so che d’antico. Il suono piacevolissimo.». Chissà se la Sampdoria ha studiato il <Giornale di Viaggio in Italia> dello scrittore e filosofo cinquecentesco De Montaigne, prima della trasferta in terra toscana. Anzi si potrebbe dire che quasi sia diventata un mantra per i liguri quando si appropinquano dalle parte del Castellani negli ultimi confronti. Infatti l’ultima volta che i blucerchiati sono usciti senza i 3 punti è stata nel 2016 (risultato 1-1). Addirittura bisogna risalire al 2007 per trovare un’affermazione empolese (2-0 con gol di Saudati e Matteini). In quel confronto di 14 anni fa era presente come ieri Fabio Quagliarella in maglia blucerchiata, ma non prese parte alla sfida. Tornando, però, ai giorni nostri, la Samp trova il primo successo stagionale e lo fa sulla diagonale CaCa (no non è un errore grammaticale del nome del grande ex calciatore del Milan). Infatti Candreva e l’ex Caputo hanno annichilito un Empoli in palla solo per 30 minuti del primo tempo e per disperazione dopo le marcature doriane. Uno 0-3 che poteva essere anche più rotondo. Mister D’Aversa nel prepartita aveva esplicitamente chiesto di iniziare a vincere. Per farlo serviva mettere benzina in un reparto offensivo spuntato che recitava ancora la dicitura 0 come gol fatti. E chi se non il nuovo acquisto poteva trovare il giusto ingrediente. Sì perché il Doria si è servito della metaforica birra di Ciccio Caputo per ritrovare linfa nei muscoli offensivi dinanzi alla porta avversaria. Non sono stati solo 3 gol, ma soprattutto reti costruite con schemi, idee e frutto di un’identità di squadra. Questa è stata la notizia più bella uscita fuori da Empoli. I blucerchiati stanno portando avanti un percorso. Intensità con il Milan, sofferenza con il Sassuolo, cuore con l’Inter ed infine creatività e tecnica ieri. Tutti insieme danno forma a un gruppo che dovrà lottare con le unghie per arrivare all’obiettivo chiamato salvezza e poi da lì vedrà. Ora serve far ritrovare la rete a Quagliarella e poi la fase embrionale sarà completa. La speranza per tifosi, staff e giocatori è quella che la birra di Caputo non sia stata una singola iniezione (come capitato lo scorso anno con Torregrossa e La Gumina) e che soprattutto non porti a una brutta sbronza da facile entusiasmo. Le prossime due sfide, con Napoli e Juventus, lo vietano categoricamente.