Nicola Ciacciarelli
Tanto, tantissimo Chelsea. Poca, pochissima Juve. E il 4-0 finale per i londinesi non deve sorprendere. I bianconeri perdono il primato nel girone e soprattutto lo fanno in malo modo contro un avversario che ha dominato in lungo e largo il match.
Differenza di rosa e siamo d’accordo, ma non da giustificare un simile passivo. La Signora è parsa incapace di ribaltare l’inerzia della gara, non riuscendo mai a ripartire in contropiede. Merito di un aggressione feroce dei blues, ma anche di tanti errori in fase di impostazione. Troppi tocchi e poche giocate di prima. Oltre a una costante perdita dei contrasti con gli avversari. Troppo più fresco il Chelsea rispetto ad una Juve lenta e macchinosa e con le idee annebbiate. La gara dello Stamford Bridge ripropone l’annoso problema di un centrocampo che manca di fosforo e personalità, sovrastato anche dal punto di vista fisico. L’impressione è che certi giocatori si sentano pesci fuor d’acqua alla Juve. Il loro ciclo è terminato. Hanno dato quel che dovevano, vedi Bentancur ed Alex Sandro. Altri invece non ne hanno iniziato mai uno, vedi Rabiot. la batosta di Londra non è comunque addebitabile ai singoli, ma ad un complesso di squadra che fatica ad essere tale con continuità. Allegri ha proposto nove undicesimi del match con la Lazio, sperando di dare continuità alle prestazioni. Così non è stato per merito di un Chelsea che si è confermato in forma smagliante. Tuchel ha impostata una squadra corta, stretta tra i reparti, ma con gli interpreti sempre in movimento. Una formazione senza una punta di riferimento. Allegri ha risposto con un iniziale 4-3-1-2. McKennie però in fase di impostazione è partito spesso, anche troppo, sull’esterno destro, mentre Chiesa è apparso corpo avulso e rassegnato con lo scorrere del tempo. Poca sintonia con Morata, che ha avuto l’unica chance juventina. Il suo pallonetto è stato respinto da Thiago Silva poco prima della linea di porta. L’unico lampo, nello specifico di Locatelli, di una partita che definire scialba è fare un complimento.
Eppure la Juve aveva tenuto botta nella prima frazione. L’1-0 era un risultato infatti che avrebbe potuto far ancora sperare Madama per il primo posto. Nella ripresa invece la Juve è crollata mentalmente e fisicamente, senza mai reagire ed uscendo dalla partita. Impotenza assoluta. Questa è la sensazione che hanno lasciato i secondi 45 minuti. Il Chelsea ha fatto quel che ha voluto. Sfondando sugli esterni, ma anche centralmente con una fitta rete di uno-due che hanno lasciato di sasso una difesa inerme. Alcune Juventus dei recenti anni passati subivano brutte sconfitte e reagivano infilando una serie impressionante di vittorie, cominciando dal match successivo . L’avversario che si propone di fronte alla Juve sabato è di quelli che però non possono far dormire sogni tranquilli. Questa Juve non ha la personalità e la mentalità di quelle passate. E la doppia sconfitta Sassuolo/ Verona del mese scorso è lì a dimostrarlo. Ancora una volta Allegri è chiamato a tirare fuori una reazione, anche di nervi, da parte di suoi. Difficile però vivere un’intera stagione senza una vera e propria identità di gioco, che come lo scorso anno, tarda ad arrivare.