Nicola Ciacciarelli
Passa l’Atalanta allo Stadium e adesso il quarto posto dista ben 7 punti. I bianconeri sprofondano sempre di più in una stagione che già a fine novembre è compromessa quasi del tutto.
E dire che ai bergamaschi non è servito nemmeno più di tanto accelerare. Squadra corta e un pressing mirato. Infine sfruttamento degli errori bianconeri. Tanti, troppi. A partire dal pallone regalato da Morata a Djimsiti che lancia Zapata davanti a Szczesny per il gol partita poco prima della mezz’ora. La cosa che deve inquietare maggiormente Allegri è che la Dea ha giocato come il gatto con il topo. Ha aspettato la Juve, conscia delle difficoltà bianconere, attaccando immediatamente ad ogni recupero palla.
I bianconeri avrebbero avuto la chance per andare in vantaggio, ma Chiesa non ha avuto la stessa freddezza di Zapata permettendo il recupero a Toloi e facendosi contrare la conclusione. Idem McKennie nella ripresa. Paradossalmente nel giorno in cui la Juve vede allontanarsi ,e non di poco, il quarto posto i ha fatto registrare alcuni miglioramenti sul piano del gioco. Maggior attacco degli spazi, più movimento senza palla. Piccoli passi che però non potevano bastare contro un avversario come quello di ieri. Anche quando crea, la Juve ha pochi uomini gol. La sterilità offensiva è ormai problema acclarato. Diciotto reti in tredici partite. Una miseria per Madama, che in compenso subisce più di un gol a partita (16 totali).
La Juve fatica a dare continuità al suo gioco anche nella stessa partita. Gli insuccessi portano al nervosismo ed il nervosismo non può creare nulla di buono, se non un ancor più veloce sfaldamento del gruppo squadra. Questa Juventus non si fortifica nelle difficoltà. Le subisce e non reagisce, attorcigliandosi su se stessa. E le voci extracampo, che riguardano alcuni dei dirigenti più importanti, certamente non aiutano a rasserenare un ambiente sempre più avvilito, che vive le rare vittorie come punto di arrivo e non di partenza. Lo dimostra il recente successo di Roma, a cui ha fatto seguito l’orrenda gara di Londra. In passato la Juve sapeva gestirsi, vincendo senza ingranare nemmeno la terza. Al contrario attualmente i bianconeri sembrano dover ricorrere ad uno sforzo sovraumano per vincere una partita.
Mister Allegri, richiamato a furor di popolo dopo l’esperienza Pirlo non troppo positiva, sta sin qui fallendo. Il lungo contratto però gli offre l’opportunità di lavorare e guardare al futuro, nonostante le sonore batoste rimediate. Occorreranno idee e una minirivoluzione, probabilmente, per far risalire dal baratro la Juve odierna.