(di Gianluca Guarnieri) Troppo brutta per essere vera. La Roma esce con le ossa rotte dal match interno con l’Inter, con una sconfitta pesante ma che non corrisponde alla gara di grande mediocrità condotta dai giallorossi. Uno 0-3 pesante ma che sembra striminzito per il divario tra le due squadre apparso in maniera lampante all’Olimpico. Intendiamoci, le assenze tra gli uomini di Mourinho erano molte e non si può dimenticare il peso per lo stop di Abraham e Karsdorp per squalifica, e di Pellegrini ed El Shaarawy infortunati, senza dimenticare Felix Gyan (positività al Covid) ai quali si è aggiunto Carlez Perez, alle prese con un fastidio muscolare, ma non si può giustificare la mancanza di grinta, di agonismo e di reattività mostrate in maniera lampante oggi pomeriggio da Mancini e compagni. Un rovescio più grande non ci poteva essere, e non è bastato il caloroso e confortante apporto della propria tifoseria per evitare lo smacco. Una partita durata in pratica 13 minuti, dove poi la Roma ha fatto la parte dello sparring partner, prendendo goal da calcio d’angolo in maniera goffa (Cahlanoglu) e lo scontato raddoppio dell’ex Dzeko, tra fischi e applausi per il bosniaco. Il 3-0 grazie ad un colpo di testa di Dumfries, in un tentativo di diagonale quasi horror. Il problema sul tavolo è quello di rinforzare la squadra. Il mercato di gennaio si avvicina e stavolta si dovrà lavorare in maniera netta per irrobustire la mediana, e per dare rifiato a Veretout e Cristante costretti ad un super lavoro, non volendo utilizzare Diawara e Villar, praticamente già messi sul mercato. Due centrocampisti con caratteristiche dominanti, come richiedeva Mou l’estate scorsa, con l’identikit di Xhakha, sfumato dopo un’estenuante telenovela. Senza dimenticare l’esterno difensivo di destra, come vice Karsdorp. Stavolta non si potrà sbagliare e fare il possibile per accontentare lo “Special One”. Pena, un campionato gettato alle ortiche, vanificando l’effetto entusiasmo generato dall’arrivo del tecnico di Setubal.