di Giuseppe Vignola
Il modello calcio con il susseguirsi degli anni si è sempre evoluto. Ad oggi siamo arrivati al fatto che, se qualcuno volesse vivere solamente guardando calcio, questo gli è stato reso possibile. Oltre a una miriade di partite dei campionati nazionali, alle coppe nazionali ci sono le competizioni europee che da quest’anno sono diventate addirittura tre. Si aggiungono alle partite di club, le partite delle proprie nazionali per alcuni calciatori, come l’ Europeo, il Mondiale, la Coppa America e le qualificazioni invernali delle nazionali per partecipare a questi. Adesso si sta anche dibattendo se modificare il regolamento del Mondiale e farlo giocare ogni 2 anni. Il modello calcio è arrivato ad un punto dove si chiede se il tutto è ancora sostenibile. Alcuni club, qualche mese fa, hanno portato avanti la proposta della Superlega, la quale però oltre ad essere per mio modestissimo parere un calcio al valore del merito, non risolverebbe nemmeno il problema. molti esponenti del mondo calcio come Pep Guardiola e Jurgen Klopp hanno spiegato come questo modello sia malsano per i calciatori, i quali non riusciranno mai a sostenere tutte le partite da un punto di vista muscolare. Anche Kevin De Bruyne, calciatore del Manchester City, è intervenuto sull’argomento spiegando che i calciatori hanno bisogno di più riposo durante il periodo estivo. Per vedere anche cosa comporta questo continuo giocare basta analizzare la statistica degli infortuni in Serie A.
I club al giro di boa della stagione hanno già avuto in totale 1053 infortuni. In questa classifica sfortunata si piazzano in testa Napoli e Milan, con gli azzurri con un numero maggiore di infortuni, ma spesso più lievi di quelli avvenuti nel club rossonero. La cosa preoccupante è che, purtroppo gli infortuni che consistono in fratture ci sono sempre stati, ma quelli muscolari crescono sempre di più di numero. Ad oggi i club di Serie A hanno 42 giocatori infortunati, con il 75% causati da problemi muscolari. Il problema continuo che si pone per le grandi federazioni calcistiche è riuscire a trovare una bella mediazione tra esigenza di spettacolo e un sistema più sano.