Roma: lo specialismo, lo zorrismo e il difrancescanesimo

Posted By on Dic 19, 2021 | 0 comments


(di Giuseppe Porro)

Facciamoci del male! L’autoflagellazione è una pratica masochista che tende a colpire alcuni tifosi giallorossi che invece di ragionare con coerenza, si autoconvincono di un sapere mistico che invece dovrebbe essere solo un pensiero più o meno condivisibile, ma un pensiero razionale.

La Roma fa scuola, e questo è certificato. Nel periodo della guerra tra poveri, tra vax e no vax (tra l’altro qui capeggia il generale è la Roma arrivò prima anche in quello) i romanisti sono arrivati prima nel duopolio pro e contro, Mourinho è il vaccino giusto? Speriamo di si anche se contestare è quantomeno un eufemismo.

La storia della Roma è costellata di campioni più o meno conclamati, sia in campo che in panchina. Ma la bacheca dei trofei è scarna e poco presente, non si può vivere di soli ricordi e di déjà-vu tra l’altro spesso negativi perché portano alla luce corsi e ricorsi storici quasi inutili se non nell’immaginario collettivo. Il poteva essere e non è stato, e il più grande dèjà-vu giallorosso.

Nella storia giallorossa di nomi di allenatori vincenti e con l’appeal internazionale c’è ne sono stati diversi, ma se tralasciamo i vari Schaffer; Carniglia; Foni; Herrera; Liedholm o Capello, Mourinho è un big da preservare non da contestare.

Il difrancescanesimo ha portato un sogno europeo irrealizzato, lo zorrismo l’eleganza, ma lo specialismo “bollito”; “superato”; “non vincente”, non è minimamente paragonabile ai due predecessori. Mourinho è Mourinho, va appoggiato per costruire un futuro vero, poi specialmente oggi dopo la vittoria di Bergamo Mourinho tornerà lo “Special One” per tutti, detrattori compresi.

La frase di ieri: “questa squadra non vinceva da 20 mesi con una big, ed ora ha vinto da 20 minuti con una big” fanno vedere lo stato d’animo di un allenatore che ha la squadra dalla sua parte, e tenta di portare una mentalità che pochissimi hanno in questo gruppo.

È vero, l’identità che Mou aveva portato all’inizio si era persa un pò, ovvero la grinta e lo spirito di sacrificio non li abbiamo visti nelle gare con Bodo o Inter, ma siamo ancora agli inizi. Diamo tempo ad un allenatore vincente senza fare paragoni blasfemia. Poi chi rimpiange Di Francesco o Fonseca (a prescindere i gusti personali dove uno può piacere piu di un altro) o non sa vedere oltre, o è in malafede.

Godiamoci la vittoria sonante di Bergamo, in quello che deve essere un punto di partenza per un gruppo pronto a crescere sotto la guida del suo carismatico mister. Obrigado Mou guie-nos novamente!

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