di Daniele Craviotto
È forse uno dei momenti più fastidiosi per l’essere umano. L’ammissione di sbagli e quindi colpe. Non solo. A volte farlo può portare a conseguenze importanti. Pensiamo alla confessione di una strage. Ecco che qui ci riferiamo, però, al “tribunale” dell’opinione sportiva e in particolare agli attacchi delle ultime tre in campionato: Genoa, Cagliari e Salernitana in ordine decrescente. Squadre partite con obiettivi e motivazioni differenti. I campani, dopo l’inattesa promozione in A, fin da subito hanno cercato esperienza per riuscire a mantenerla. Come una neonata impresa, ha voluto personale d’attacco che già conoscesse il lavoro. La scelta è ricaduta su quel Simy che tanto aveva fatto a Crotone nella passata stagione. 20 gol erano un ottimo curriculum di presentazione. Tuttavia la mansione svolta finora si è dimostrata ampiamente insoddisfacente. Una rete (inutile peraltro) in 10 partite pur avendo al fianco un assistente che ben sa fare questo come Franck Ribéry. Venendo ai sardi, la missione era quella di far dimenticare il terribile passato campionato e superare la sua dipendenza da Joao Pedro. Via Giovanni Simeone e dentro Keita Baldé Diao per formare un tridente da urlo con l’italo-brasiliano e il ritrovato Leonardo Pavoletti. 3 gol che hanno dato tre pareggi, due assist che hanno fruttato una vittoria contro la Sampdoria e una sconfitta contro il Genoa. Nulla di più, nonostante le 16 partite disputate e gli importanti compagni di reparto. Infine arriviamo al Grifone. L’ottimo undicesimo posto del ‘20-‘21 e la cessione societaria al fondo americano 777 Partners avevano rilanciato l’entusiasmo di una piazza spesso in subbuglio come quella rossoblu. Culmine del piacere era stato l’acquisto di Felipe Caicedo che aveva l’obiettivo di riportare nella zona sinistra della classifica i genoani. Problema? L’ecuadoriano, a oggi, è stato più in infermeria che a Pegli. Non è un caso che proprio questi tre giocatori siano bersaglio dei tifosi come quelli che li hanno portati. Per i tifosi salernitani, Simy è totalmente inadatto a essere un goleador e vi preferiscono già Federico Bonazzoli. Sarebbe quindi stata una stagione fortunata è un fuoco di paglia le reti segnate nel passato campionato. A Cagliari, due giorni fa, Keita è stato bersagliato di critiche sotto una foto postata con la quasi moglie. La colpa sarebbe di poca serietà e professionalità, dopo la pesantissima sconfitta casalinga contro l’Udinese. I tifosi hanno scritto di tornare alla Samp, dato che non sembra tenere alla situazione in Sardegna. Opinione quantomeno discutibile, che potrebbe allontanarlo già a metà stagione perché mal sopportato dalla piazza. Riguardo Caicedo, i sostenitori del Genoa imputano alla vecchia società l’ennesima manovra da «specchio per le allodole». Ottimo nome, ma fragile fisicamente come se si volesse fare un favore alla squadra cedente che si libera di una zavorra. Tuttavia l’ex Lazio non ha mal figurato quando ha giocato dimostrando una buona intesa con Mattia Destro. Pare, però, quasi certa la sua partenza (forse direzione Milano nerazzurra) con il rischio di non averlo mai visto realmente in azione. Sicuramente degli errori ci sono stati. Capire da parte di chi, a metà campionato, pare ancora prematuro. La classifica finale stabilirà se siano state le società a farsi guidare, malamente, dai nomi, i giocatori a non essersi inseriti o i tifosi ad affrettare le proprie conclusioni. Chiunque fosse, dovrà fare l’intelligente sforzo di dire:”Ho sbagliato”. Come sosteneva Oscar Wilde «Esperienza è semplicemente il nome che diamo ai nostri errori».