di Daniele Craviotto
Venezia Genoa ultima spiaggia. Ormai ogni incontro, affrontato dal Grifone, assume questo tragico sapore. Inoltre, per i liguri, affrontare i lagunari dal 2005 rievoca nefasti ricordi. Lo scenario non è il Penzo di domenica, ma il Luigi Ferraris. 11 giugno dove i genoani sono pronti a festeggiare, il ritorno nella massima serie, contro gli arancioneroverdi già retrocessi. Vittoria casalinga e serie A. Macché. Già pochi giorni dopo, si aprono le indagini e quella che doveva essere la partita della gioia, si trasforma nella tragica sfida della valigetta. Genoa che dalla paradisiaca A finisce nel profondo inferno della C. L’incontro di domenica poteva in parte richiamare tutto ciò. Una sconfitta significava addio quasi certificato al massimo campionato. L’inizio è da incubo. La Laguna inghiotte fin da subito i liguri che, tolta una grande chance di Cambiaso, subiscono i veneti, che sferzano la difesa più volte per una trentina di minuti. In una di queste il Venezia trova il meritato vantaggio. In quel momento il vascello, con le insegne del Grifone, vede avvicinarsi l’abisso. Tuttavia, quasi all’improvviso, spunta il remo giusto per la virata che garantisce ancora un giro. Forse il più inatteso, ma che ha nel cognome, Ekuban, la soluzione. Infatti «eku» in giapponese significa proprio «remo» Proprio questo attrezzo ha sempre avuto una duplice funzione. Oltre al garantire velocità alle navi, era strumento di difesa per i pescatori. Quello che ha garantito il giovane attaccante genoano, che ha siglato il pari e risvegliato il Vecchio Balordo dal torpore. Rimane il rammarico di aver, da lì, disputato un grande match, ma alla fine il risultato è rimasto invariato. Un pareggio che a poco serve e che non ripaga un pubblico encomiabile al suo seguito. I grifoni sugli spalti ieri hanno dimostrato, una volta in più, come la loro passione e il loro amore meriterebbero ben altra classifica. Per lunghi tratti sembrava di essere a Genova piuttosto che a Venezia. Su questo la Superba repubblica marinara si è presa una bella rivincita storica sulla Serenissima. Ormai, comunque, le speranze sono appese al lumicino è solo una serie di 2-3 vittorie consecutive potrebbe riaprire i giochi e fiducia al Genoa. Un vero e proprio appendersi, idealmente, a un remo in mezzo al mare durante una tempesta. Diventa essenziale che non prenda forma e cali definitivamente la seconda parte del cognome di chi ha trovato la rete. Bisogna che l’idioma giapponese «ban» non si materializzi o sui liguri calerà «la notte» sulla sua permanenza in serie A.