(di Gianluca Guarnieri) Il derby si sa non è una partita come le altre. Molte volte in passato la favorita ha avuto una brutta sorpresa in una gara che sfugge a tutte le logiche calcistiche, basata sui nervi e la tensione. Anche il Derby di Roma non fa eccezione e la Lazio di Sarri, con il vento in poppa, ha subìto una dura lezione, letteralmente dominata dalla Roma di Mourinho. Per lo Special One una bella rivincita dopo la sconfitta dell’andata, con gli interessi visto il 3-0. Mou ha capito tutto, sia dal punto di vista tattico che da quello emotivo, trovando l’antidoto giusto alla disposizione del dirimpettaio ex Chelsea e Juventus, infoltendo il centrocampo con le linee molto corte e strette, mandando di fatto in crisi il 4-3-3 laziale. Ovviamente in campo ci vanno i calciatori e la vittoria è stata di squadra, con le prove maiuscole dei vari Abraham, Capitan Pellegrini, Oliveira, Smalling, Cristante, bravissimi nel vincere i loro duelli personali in maniera netta e perentoria, colpendo al momento giusto. Tammy Abraham è stato un vero e proprio incubo per i biancocelesti: dopo la rete qualificazione con il Vitesse, il bomber londinese ha colpito immediatamente con un rapido tap in dopo la traversa di Pellegrini, raddoppiando con una voleè micidiale dopo un cross perfetto di Karsdorp, imbeccato da Mhkitaryan. Il colpo del Ko è stato poi firmato da Lorenzo Pellegrini, con una punizione da antologia, quasi da rasentare la perfezione degna di Miralem Pjanic dei bei tempi romanisti. Un capolavoro vero e proprio, perfezionato nel secondo tempo con una condotta saggia e attenta, per evitare l’incubo della rimonta, vedi Roma-Juventus dello scorso Gennaio. Un 3-0 importante e preziosissimo sia per l’ambiente che per la tifoseria, al settimo cielo. Un successo che può essere un viatico importante per la Conference e i prossimi quarti di Finale. Contro i norvegesi del Bodo Glimt un’occasione per prendersi la rivincita della disfatta di Ottobre. Un’altra rivincita, proprio come quella contro la Lazio di Sarri, nel derby.