Hasta la pista. Ecco il Boltino del vicentino Manuel

Posted By on Apr 7, 2022 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

La Lazio effervescente e tendente talvolta a sfumare facilmente e rapidamente deve riscattare la scialba prova del derby, efferata di rado la formazione di Sarri. Il Sassuolo di solito stampo deve sostituire però gli assenti Berardi e Lopez mettendo Defrel e M.Henrique. A riscattare i biancocelesti, e a riscottare i neroverdi che si sono visti togliere il ferro caldo battuto a lungo.
Berardi anti eroe sciagurato contro la Macedonia ha toppato un comodo ed agevole spiraglio a porta praticamente sguarnita, nella semi inutile sfida con la Turchia Raspadori invece si è preso copertine per quello che potevano valere.
Alla fine il gruppo di Dionisi reduce da 6 sfide consecutive a segno e con almeno 2 firme a tenzone ritorna all’amara sconfitta; Traorè in gran spolvero oltre al luminoso gingillo rifilato alla Juve in Coppa Italia si è mostrato l’autentico uomo in più nelle offensive emiliane durante il miglior filotto della stagione oltre ai 3 italiani d’attacco. Quasi allo scadere il giovane ivoriano sigla l’ultimo dei 4 gol fatti nelle ultime 7, exploit: meglio tardi che mai. La filosofia della partita è chiara, nel Sassuolo privo anche del prezioso ed esperto apporto di Vlad Chiriches la falla sta nel mezzo dove Ferrari affannato arranca un po’ e Ayhan va meno peggio. Matheus Henrique quello maggiormente colpevole sul gol che di fatto la indirizza fortemente. È flop italico delle due punte del Sassuolo e neanche Defrel sa prendersi la scena. Meglio dardi che mai l’opzione dei padroni di casa, si compattano trincerandosi il giusto e di buon palleggio annesso marciano spediti, meccanismi certo più oliati rispetto al 2021. Ripartenze e recupero palla alto, nei primi secondi già un po’ di sommosse e il capro espiatorio della nazionale Ciro non punge da cecchino. Traorè colui bravo a costruirsi la prima occasione da ribalta ed è rete, esterno della rete. Frattesi Scamacca viale fiutato e Strakosha è bravo in uscita a chiudere sulla punta, col proprio diktat il Sassuolo trama e a gol subito qualche volta di troppo vacilla. Ferrari a Kyriakopoulos offre in costruzione una palla imperfetta, il terzino cincischia e pure in precario equilibrio vede sfrecciare Lazzari, Henrique ha lasciato una voragine in mediana sul centro sinistra e l’ex Spal ne approfitta ritornando ai fast fasti da status di Vento Veneto. Meglio dardi che mai: la Lazio tiene rovente quella che è stata freccia considerevole nella seconda parte del corso Inzaghi, il terzino la prepara molto bene virando sul sinistro e col piede debole anestetizza la porta difesa da Consigli. Il Sassuolo è però sul pezzo e nella partita nonostante qualche sfarfallonata di troppo; la velocità un po’ carente nella squadra oltre a una fisicità distribuita in modo alterna, squadra di quelle più filo ispaniche la quale può permettersi tale vocazione per tipo di caratteristiche. Strakosha guardingo offre un solido apporto, peperino Traorè innesta un’iniziativa pericolosissima a portiere albanese battuto: cross deviato e colpo di testa di Frattesi. La palla si infrange sul palo a Strakosha praticamente statico contemplatore e sulla palla ancora minacciosa circolante Defrel ha un’ulteriore chance con tiro tenue e fiacco facilmente nelle grinfie dell’estremo difensore laziale. 1 a 0 all’intervallo con un campo zeppo d’acqua piovana, Lazzari di iniziativa straripante l’ha incanalata con un gol non da lui a palesare la voglia di un’evoluzione e affinamento tecnico. E scatta e riscatta il numero 29 mentre i neroverdi vanno dritti fiondandosi nell’inadempienza normativa, quando è prevista nel primo tempo la punizione a 2 tocchi Raspadori va di fruscio al limite dello sfiorare sferico così regalando la battuta ai biancocelesti. Nella seconda frazione Rogerio entrato ancora peggio si rende autore di una rimessa laterale sbagliata e dunque affidata alla Lazio. Lazzari SMS asse ricercato e perseguito e vincente, sgangherato Immobile continua sulla tenuta della Nazionale sbagliando al tiro. Da aulico ad abulico è il tempo di un attimo, un piano B.
Il bomber poco freddo viene ‘sostituito’ dal centravanti aggiunto serbo, su punizione del socio Luis Alberto di inserimento vellica la sfera il gigante con la 21, un mancino assai scaltro frutta la candidatura possente e prepotente se non al trono almeno al podio dei migliori centrocampisti. Spicca in termini prolifici Sergione, nona composizione prolifica del campionato in fondo al sacco.
Un po’ chic nel suo bonario acciaio d’impatto e d’urto pecca in continuità, i gol certo non li fa mancare. La Lazio dunque gestisce col Sassuolo in rassicurante duplice vantaggio per poi addormentarsi nel recupero a un minuto dal gong. Il giovane Samele subentrato da ariete spizza di testa verso Hamed Junior che alle soglie dell’area piccola indisturbato accorcia le distanze, firma inutile ai fini del bottino. La Lazio si ridesta e torna in una posizione soddisfacente. Sassuolo messo molto lontano ma nel caso avesse vinto sarebbe stato solo a 3 lunghezze e tra l’altro con scontro diretto migliore. Una vittoria dunque di corposo significato per i laziali confidando di mettersi minimo in quarta fila cercando di scorgere sopra.
Il Sassuolo nel bene e nel male esprime il proprio gioco con piccole variazioni ma a principi riproposti che talvolta portano ad evidenziare qualche lacuna e mossa stolta di troppo derivata dal coraggio: meglio tordi che mai.
La Lazio ordinata e compatta di riprende, in una gara fortemente indirizzato da leggerezze altrui e specie da un rilevante strappo di Manu Usain Boltin, atletica riportata sul prato.

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