di Daniele Craviotto
Un incubo. Questo hanno pensato i sostenitori doriani quando, dopo 6 inutili minuti, l’internazionale Valeri ha posto fine alle sofferenze casalinghe. Una lunga e agonizzante attesa di un fato nefasto che sembra scriversi in modo inscalfibile. Il Doria è scomparso dai radar e la sua nave non si trova più. I motivi che certificano il fallimento sono inelencabili da quanto sono numerosi. Società che non esiste, cessione che dura dal 2019, tutti bussano, ma nessuno appare. Scelte di mercato ai limiti della credibilità. Soprattutto in avanti oltre all’ormai canonico immobilismo nel potenziamento della difesa. Allenatore che ha bisogno di mesi per far assorbire i concetti, mentre ha a disposizione settimane. È ancora c’è ne sono. Ma questi sono discorsi ormai triti e ritriti. L’analisi deve andare oltre e questo non fa che peggiorare la situazione. Da quando è salpata sulla via del ritorno (del campionato) la nave del Baciccia non è mai scesa a compromessi con il mare che si è fatto sempre più impetuoso. O vinco (poche volte) o perdo (più frequente) è il ragionamento di base. Infatti l’ultima X risale a Roma Sampdoria ultima di andata. Poi sono arrivate 11 sconfitte e 3 vittorie (come punti peggio ha fatto solo l’Empoli). Non solo. La sconfitta con l’ultima in classifica sancisce altre nefaste situazioni. La ormai classica figuraccia, in casa, del Doria che lo affligge da troppe stagioni. Crotone, Benevento, Frosinone sono le ultime squadre della collezione prima dei campani. Si deve, poi, aggiungere il drammatico fatto che quasi tutti gli scontri diretti del Ferraris sono finiti con un pugno di mosche. Tolta la vittoria con lo Spezia, la Samp ha racimolato la miseria di 1 punto su 9 disponibili. I blucerchiati, dopo il Cagliari hanno rimesso in gioco anche la Salernitana in una sorta di pratica masochista che impedisce loro di chiudere i giochi. La prossima a Marassi non è una partita proprio banale e che potrebbe valere tutto. Quello scontro si chiama derby e lo scenario delineatosi è il peggiore dei peggiori anche solo immaginati dopo Venezia. Ormai è, però, chiaro che si sono invertiti i fattori. Il poco (i punti da fare per la tranquillità) è diventato tanto (gli avversari con cui farli sono ridotti al lumicino), mentre il molto (il vantaggio sulla retrocessione con poche partite) si sta assottigliando verso il nulla (una vittoria dei cugini sul Cagliari e una sconfitta a Verona con calendario peggiore rispetto alle rivali, darebbero vita a scene da thriller sportivo). Il danno ormai è fatto e la nave si è incagliata in una brutta secca con principio di inabissamento. Solo lavoro, sudore e sacrificio sono gli ingredienti per evitare di raggiungere incredibilmente le profondità degli aBissi. Il dubbio è se la Samp li ricordi e li abbia ancora.