Nicola Ciacciarelli
Tutt’altro che entusiasmante, ma decisiva la vittoria per 2-1 sul Venezia per la Juventus. Gli uomini di Allegri con il contemporaneo pareggio della Roma con il Bologna staccano il pass per l’Europa che conta con tre giornate d’anticipo. Non un traguardo da festeggiare con caroselli, ma importante comunque e per niente scontato ad un certo punto della stagione.
Ancora una volta però i bianconeri si sono accesi a strappi. Troppi pochi sprazzi. Un quarto d’ora fatto bene, concretizzatosi con il vantaggio di Bonucci e poi un lungo vivacchiare che ha messo a rischio i tre punti. Merito sì di un avversario motivato dalla forza della disperazione, ma demerito anche di una Juve pigra, a tratti svogliata, quasi infastidita dal dover compiere la propria parte. Il problema di questa squadra è il non saper accorciare in avanti. Specialmente i centrocampisti hanno paura di essere dribblati e lasciar campo tra le linee agli avversari. E quindi ci si schiaccia a ridosso della propria area di rigore. La Juve gioca poco libera di testa, ha paura di tentare la giocata e se la tenta la sbaglia. Il risultato è che il Venezia (e altri avversari) prendono fiducia, creano e segnano come nel caso di Aramu a meno di 20 minuti dal termine. Il pregio di Madama è che però ha la forza di rialzarsi dopo uno schiaffone e torna a stazionare nell’area avversaria, trovando il secondo gol su palla inattiva della giornata. Ancora una volta con Bonucci.
Tanti, troppi patemi contro una squadra arrivata a Torino reduce da otto sconfitte consecutive, ma l’obiettivo minimo è raggiunto. La squadra ha ampi margini di miglioramento, ma serviranno giocatori e qualche idea nuova per poter competere per lo Scudetto il prossimo anno.