Pasquale Pollio
Nell’ultima giornata di campionato la Salernitana si giocava la permanenza nella massima serie, permanenza che le avrebbe permesso di disputare il secondo campionato di fila in Serie A, evento mai accaduto nella storia del club, e per l’occasione l’Arechi si presentava in tutto il suo splendore con 32000 cuori granata che battevano all’unisono e che avevano preparato una coreografia da brividi, ma la settimana di Nicola era nata sotto una cattiva stella visto il forfait di Sepe e le problematiche fisiche accusate da Bohinen, alle quali si aggiungeva la squalifica di Ederson, perno centrale della mediana, e dopo tanta pretattica il tecnico decideva, forse inopinatamente di modificare l’assetto tattico schierando la squadra in campo con un 3-4-1-2 così composto: Belec in porta; Gyomber, Radovanovic e Fazio in difesa; a centrocampo Mazzocchi, Lassana Coulibaly, Bohinen e Ruggeri, con Verdi che agiva alle spalle della coppia d’attacco Djuric e Bonazzoli, dal canto suo Cioffi confermava il suo abituale 3-5-2 con Padelli tra i pali; Becao, Nuytinck e Perez in difesa; Molina, Pereyra, Wallace, Makengo ed Udogie in mediana con Delofeu e Nestorovsky di punta.
Era l’Udinese a battere il calcio d’inizio, ed immediatamente la squadra friuliana, essendo libera mentalmente, cominciava a comandare il gioco nascondendo il pallone ai granata che giravano a vuoto, e così dopo solo sei minuti Delofeu dai sedici metri batteva Belec con un tiro dai sedici metri che ai più non era sembrato irresistibile, la reazione granata tardava ad arrivare, anzi erano sempre i bianconeri a menare le danze, ed al trentatreesimo Nestorovsky pescato perfettamente in area realizzava di testa il gol del raddoppio facendo calare il gelo sull’Arechi, il duplice svantaggio scuoteva i granata che creavano una doppia occasione con Bonazzoli e Verdi ma Padelli si faceva trovare pronto, passavano solo pochi minuti e toccava ad Udogie estrarre dal cilindro il jolly, conclusione a giro che batteva nuovamente Belec portando l’Udinese sul tre a zero, solo in pieno recupero Fazio, di testa, impegnava l’estremo difensore bianconero che si salvava con l’aiuto del montante sinistro, ma la partita non lesinava emozioni e prima del riposo Belec abbatteva in piena area Delofeu ed Orsato non poteva far altro che indicare il dischetto, sugli undici metri si presentava Pereyra che si faceva ipnotizzare da Belec, e così si rientrava negli spogliatoi con i friulani meritatamente in vantaggio.
Alla ripresa delle ostilità arrivavano i primi cambi dei tecnici, Nicola inseriva Zortea e Mamadou Coulibaly richiamando in panchina Ruggeri e Lassana Coulibaly, confermando però l’assetto tattico di inizio gara, mentre Cioffi richamava in panchina Delofeu per dare spazio a Samardzic, ma nonostante i tre gol da recuperare il canovaccio della gara non cambiava in quanto era sempre l’Udinese a rendersi pericolosa con delle ripartenze moicidiali che mettevano in difficoltà la retroguardia granata, ed la minuto cinquantasette Pereyra sfruttava l’ennesima ripartenza perfetta che tagliava a fette la difesa della Salernitana, e così a Belec toccava raccogliere nuovamente il pallone in fondo al sacco, l’argentino esultava in maniera sconposta sotto la curva sud granata scatenando la reazione della tifoseria e della panchina di casa, ed intanto i vigili del fuoco dovevano intervenire per spegnere un incendio divampato ai lati della curva sud, per questo motivo Orsato era costretto a sospendere la gara per sei minuti, anche perché dagli spalti continuavano a piovere fumogeni, la gara si chiudeva lì con l’Udinese padrona del campo e la Salernitana non pervenuta, poi la solita girandola di cambi che non portava però nessun risultato concreto, e l’attenzione dei 32000 tifosi granata si spostava sulla gara di Venezia che di fatto avrebbe deciso le sorti del campionato granata, l’esplosione di gioia arrivava solo quando, dopo sei lunghissimi minuti di recupero, si chiudeva sul risultato di parità la gara del “Penzo” decretando la salvezza dei granata, e così poteva cominciare la festa per le strade di Salerno, festa che durava sino a notte fonda.