(di Gianluca Guarnieri) Un uomo goal. Ricco di grinta, personalità e voglia di andare a rete. Andrea Belotti è la figura giusta per rinforzare l’attacco della Roma, e il “matrimonio” alla fine è stato celebrato, dopo una trattativa infinita, e non per colpa dei novelli sposi, ma per il crudele bilancio delle società, al quale non si può sfuggire. Ora però tutto è nero su bianco e il “Gallo” è pronto a dare il suo contributo alla causa romanista, divenendo l’alternativa di lusso per Tammy Abraham o forse il suo partner d’attacco, visto che Mourinho può variare il modulo tattico, senza dogmatismi inutili. Belotti pare fatto apposta per giocare con i capitolini: grintoso e combattivo, pronto a battersi fino all’ultimo secondo da bravo interprete della scuola Toro, fatta di cuore e “tremendismo”. L’erede di Pulici e Graziani (sono indubbiamente loro i riferimenti per l’ex Capitano granata…) può essere la pedina decisiva per rimpolpare il numero di realizzazioni romaniste, troppo legate all’estro del numero 9 ex Chelsea o dell’abilità di Capitan Pellegrini dalla trequarti in su. Belotti può conferire robustezza, esplosività e tanta capacità in acrobazie, e basta riguardare i suoi 100 e oltre goal in serie A tra Palermo e Torino, per poter confidare nei suoi mezzi. Tra colpi di testa, rovesciate, opportunismo, il fiuto del goal del bomber lombardo peserà eccome, e il rapporto con tanti compagni di Nazionale, da Pellegrini, a Spinazzola, a Mancini, fino a Cristante e Zaniolo, rafforzerà un feeling sbocciato molto prima di indossare la maglia Oro e Porpora numero 11 (come Pulici guarda caso…), vedi l’attesa crescente mista ad ansia del popolo romanista, felice di avere un vero e proprio guerriero dell’area di rigore, nelle proprie fila. Un Fighter pronto alla battaglia, e a lanciare la sfida al suo vecchio amico-rivale Immobile, per un derby al calor bianco. Un “Gallo” disposto ad alzare la cresta, contro tutto e contro tutti.
