di Giuseppe Vignola
La Juventus dopo tantissimi anni è fuori dalla Champions League dopo solo 5 partite. Lo scontro diretto finale contro il Paris Saint-Germain servirà solo per conquistare la qualificazione all’Europa League. I bianconeri in 5 match sono riusciti sono a raccogliere solo 3 punti in casa contro il Macabi Haifa. L’eliminazione è arrivata dopo la partita di martedì allo stadio Da Luz di Lisbona contro il Benfica. Dopo un inizio quasi confortante tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo si è sfiorato il dramma sportivo. I biancorossi erano arrivati ad un parziale a favore di 4-1. Nella parte finale della partita, poi, i ragazzi di Allegri erano riusciti ad accorciare fino al 4-3 e sfiorare il pari. La rivolta social è nata molto presto vedendo il punteggio con tanti tifosi che se la sono presa proprio con il tecnico toscano. La vera domanda al centro di questo momento bianconero è in che porzioni siano le colpe di questo disastro, come quelle del ritardo in campionato. Molti imputano all’allenatore la sua ostinazione a non dare gioco alla squadra. Allegri, dal canto suo, continua a ripetere che la differenza la fanno i giocatori. Le posizioni sono agli antipodi e sembra davvero difficile trovare un accordo. Va detto che le assenze che stanno colpendo la Juve possono pesare, ma non giustificare tutto ciò. La colpa, però, non può stare tutta da una parte. La vera domanda è se il progetto e l’idea iniziale fosse buona. Andrea Agnelli voleva una vera e proprio rifondazione e il tecnico toscano non è il più avvezzo a concedere tempo. Va detto che forse la dirigenza doveva pensare bene se legarsi così tanto ad un allenatore, che non aveva mai nascosto la sua idea di pallone. Per quello che si voleva fare, forse, era meglio un altro profilo. D’altro canto, però, si può imputare ad Allegri di essere troppo integralista e che potrebbe cercare di andare in contro alla dirigenza. La cosa che preoccupa veramente è l’involuzione totale di alcuni giocatori. Bremer non sembra essere quello dello scorso e Vlahovic si accende e si spegne continuamente. Come sempre la colpa non è mai da un lato ma trovare un capro espiatorio è la cosa più semplice.