Serie C, Girone C – Idee, identità e programmazione: ecco la favola chiamata Giugliano

Posted By on Nov 26, 2022 | 0 comments


Andiamo a scoprire segreti, pregi e difetti, della squadra campana, al momento quarta nel Girone C di Serie C

Un vero e proprio “magic moment” quello che sta vivendo, calcisticamente parlando, nell’ultimo anno e mezzo la città di Giugliano in Campania. Periferia di Napoli Nord, di oltre 130.000 abitanti, terza città per bacino d’utenza della Campania, che dopo aver vinto la scorsa stagione il campionato di Serie D, quest’anno si ritrova per la prima volta in Serie C, intesa come terza divisione italiana. Idee, organizzazione, progettazione. Ma anche difficoltà e sacrifici. Cerchiamo di raccontare che cos’è oggi il Giugliano Calcio 1928. Ma partiamo da lontano.

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LA PROPRIETÀ: Arrivata a Giugliano nell’estate 2021, la famiglia Mazzamauro, con a capo Alfonso e la moglie Elena, decide di portare il proprio titolo di appartenenza da Torre Annunziata, e quindi quello del Savoia, proprio a Giugliano. Una scelta che porta una nuova vita e linfa alla città stessa, scottata dalle ultime cocenti delusioni e dall’imminente retrocessione in Eccellenza. Campionato, quest’ultimo, poi mai disputato proprio grazie all’approdo della nuova proprietà. Tanti anni di calcio alle spalle per la famiglia Mazzamauro, Alfonso è un imprenditore doganale riconosciuto a livello nazionale e non. Dietro a tutto questo la regia del figlio Renato, vicepresidente e vero e proprio Deus ex Machina del club. Uomo invisibile ma nello stesso tempo uomo ovunque, a cui tutti si affidano. Intorno un equipe rodata, e consolidata, dalla segreteria al reparto medico, fino all’area comunicazione, vero e proprio fiore all’occhiello del club, che negli ultimi due anni in Serie D ha macinato premi e riconoscimenti, e che quest’anno secondo Football.Stats, è considerata nella top 10 della Serie C, è candidata ai TMW Awards, dietro a mostri sacri e piazze che hanno macinato categorie superiori. Un gruppo di lavoro coeso e  affiatato.304FB2DD-A844-4DC5-A494-502E2DBD74DB

L’ASCESA: Un anno rapido, veloce e vincente. Dopo tanti tentavi, a Giugliano avviene l’incantesimo giusto. Un campionato dominato quella di Serie D, dall’inizio alla fine. Alla guida dell’Area Tecnico-Sportiva c’era Emanuele Righi, in panchina Giovanni Ferraro. Usato sicuro. In testa dalla prima all’ultima giornata, passando per una striscia interminabile di vittorie, ma anche momenti negativi, come è normale che sia. Alla fine però è un tripudio di giallo e di blu, con in Giugliano Calcio che il 18 maggio dopo il successo a Monterotondo si assicura il passaggio in Serie C: che la festa abbia inizio.

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IL NUOVO CORSO: Squadra che vince non si cambia? Non è il caso però del Giugliano Calcio 1928. A fine stagione infatti, arriva l’addio con la parte tecnico sportiva. Una scelta insolita, ma che si sta rivelando giusta. L’incarico di Direttore Sportivo è stato affidato ad Antonio Amodio. Figlio d’arte, fiuto sopraffino per i talenti. Già responsabile Scouting sud Italia per la Spal e autore del miracolo Sorrento nella stagione poi bloccata dalla pandemia. Per lui, se il presente pare essere radioso, il futuro sembra assicurato. Grande rapporto con la proprietà, amico di lunga data del vicepresidente Renato Mazzamauro a cui li lega un rapporto simbiotico, è coadiuvato dalla figura di Andrea Giannarelli come collaboratore. Tante le scommesse, vinte per il momento, tra Under e Over, un minuzioso lavoro che parte da lontano per arrivare dove si è oggi e che inoltre porta il Giugliano ad essere tra le squadre con il maggior minutaggio della categoria. Un mix al momento esplosivo.

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Parallelamente si cambia anche in panchina. Il Direttore Sportivo, con l’avallo della proprietà sceglie Raffaele Di Napoli. Per i più superficiali l’allenatore della retrocessione la scorsa stagione della Paganese. Per i più attenti, l’autore del miracolo Akragas e della insperata salvezza proprio degli azzurri stellati nella stagione 2020/2021. Convergenze avverse, vedute dissimili e modi di lavorare e di pensare poco affini, la scorsa stagione hanno portato ad un triste epilogo. L’allenatore si presenta a Giugliano con la grinta e la voglia di chi è consapevole che questa può essere la sfida giusta. Silenzio, lavoro e idee. Prende un gruppo per metà rinnovato, entra prima nella testa poi nel cuore dei suoi giocatori. Se il Giugliano gioca, diverte e non ha paura di nessun avversario, il merito è certamente anche dell’allenatore e del suo staff. Cambia interpreti, moduli e maniere, ma la sua squadra appare quasi sempre una perfetta fisarmonica. Tutti sono utili nessuno indispensabile. Un lavoro certosino, che non sta passando inosservato. Eletto già per due volte in queste prime 14 giornate come “Best coach of the week”. La cartina di tornasole delle nostre parole avviene nel match contro la corazzata Avellino: 6 Under in campo, nessuna paura, nessun timore. Il risultato è 0-1. Ventitré punti dopo 15 giornate è un rendimento assolutamente oltre le aspettative. Perchè è sempre così, quando alle spalle c’è una proprietà che fa lavorare con raziocino, tutto appare magicamente più facile.

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LA SQUADRA: Dicevamo, un mix tra giovani ed esperti quello costruito dal direttore sportivo insieme alla proprietà. Prima le conferme, 10 della scorsa stagione tra Under e Over. Tra questi spiccano il nome del capitano Ciro Poziello, Biasiol, De Rosa e Gladestony, oltre agli Under Oyewale tra i migliori anche in questa Serie C e Ceparano, che delizia il campo in C così come fu l ascorsa stagione. Un impatto importante di tutti con la nuova categoria, quasi a certificare un cambio naturale della stessa. Intuizioni. Scommesse. Si muove in sordina il club, e riesce nell’intento di portare a Giugliano calciatori importanti per la categoria. A partire da Zullo reduce da un’importante esperienza a Taranto, passando per Salvemini la scommessa (vinta), fino a Manuel Nocciolini che pare rigenerato e a Federico Piovaccari che sta vivendo una seconda giovinezza. Tutte operazioni complesse e non banali.

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Ma passiamo ai giovani, vera rivelazione della squadra. Primo in ordine assoluto Jacopo Sassi. Nazionale Under 20, di proprietà dell’Atalanta, un’operazione rivelatasi magistrale, seppur il ragazzo non è di proprietà del club. E se Scanagatta e Rondinella erano già noti nella categoria, lo stesso non si può dire di Tamir Berman, tanta gavetta e tanta Serie D, una crescita esponenziale e inaspettata per lui, una sicurezza quando scende in campo. A centrocampo spiccano il talento di Felippe e Ghisolfi. Il primo, ex Verona, ha anche esordito in Serie A, poi però per circostanze avverse si è dovuto rimettere in gioco. Dopo un inizio altalenante, ora sembra aver preso le chiavi del centrocampo, come certifica la doppietta di domenica contro il Monopoli. Anche lui, così come i ragazzi precedentemente citati di proprietà potrebbero rappresentare una plusvalenza per il futuro. Il secondo in prestito dalla Cremonese, proprio come Sassi, sta trovando quella continuità che gli era mancata la scorsa stagione. Senza dimenticare Iglio, totalmente rigeneraro dopo l’esperienza poco felice alla Turris della scorsa stagione e Gomez, svezzato l’anno scorso in Serie D e oggi pronto per la Serie C.

PROSSIMI IMPEGNI: Cinque giornate al termine del Girone di andata, sfide difficili all’orizzonte per il Giugliano. L’obiettivo è e resta la salvezza, dichiarato dai protagonisti, ma dopo 23 punti in 14 partite e questo quarto posto, continuare questa favola potrebbe non costare nulla.

A cura di Tiziano Villanacci

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