(di Giuseppe Porro)
Chissà cosa avrebbe detto Diego se fosse stato ancora vivo seduto in tribuna in Qatar a godersi la sua Argentina. Già perché Maradona era troppo legato alla sua Nazionale, tanto legato da regalargli una mano, la Mano de Dios immagine emblematica del mondiale 1986 ultimo vinto dalla selección albiceleste.
Mexico 1986 a guidare la sua Argentina c’è uno straordinario calciatore, lui Don Diego. Diego Armando Maradona che oggi si sarebbe lustrato gli occhi per un’altro numero 10 argentino come lui, per un altro giocatore straordinario come lui, Lionel Messi. Quel Messi che oggi sta cercando di emularlo, ed in parte nella sua straordinaria carriera già ci è riuscito.
Qualcuno dice, senza essere tacciato di eresia che Maradona guidi Messi e la sua Argentina dal cielo, quindi in campo ci sono due numeri 10 stellari che vogliono a tutti i costi questo mondiale, mondiale che era partito male dopo la sconfitta con l’Arabia Saudita, ma poi si è aggiustato grazie alle intuizioni di Scaloni e ad un gruppo compatto ed orientato su un solo obiettivo, ovvero dare la Coppa del Mondo al Re Messi.
Se poi ci aggiungiamo la cabala che nel calcio non guasta mai, e la religione che aiuta sempre, qualcosa di vero c’è, anche nella toponomastica dei due campioni argentini (ma aggiungerei globali), i numeri sono impressionanti ma non vogliamo snocciolarli, quando si parla di fenomeni non esistono i numeri ma la classe sopraffina che accomuna determinati giocatori destinati all’Olimpo del calcio.
Poi se vogliamo giocare su i nomi mettendo dentro la religione senza risultare blasfemi perché anche di sacralità si parla in certi sensi, anagrammando i due dieci: MARADONA (MADONNA) e MESSI (MESSIA) sembrano l’uno il figlio dell’altro: nei numeri; nella classe; nelle giocate, e nel saper trattare il pallone con classe e cortesia, cosa che accomuna solo i fuoriclasse.
Quindi manca solo una piccola ciliegina che potrebbe avvicinare ancor di più i due fenomeni argentini, e qualora non arrivasse non intaccherà la carriera di Messi, mentre se arrivasse lo farà diventare ancor di più fenomeno di quello che è, avanti Leo facciamo il tifo per te e per l’albiceleste, continua a raccontarci questa bella; avvincente e colorata fiaba, sperando nel lieto fine.