(di Giuseppe Porro)
È un dato di fatto, Josè Mourinho non lo meritiamo! Il calcio italiano: obsoleto e medievale, aggrappato al modello del feudalesimo che fa ancora del vassallaggio il suo biglietto da visita fa acqua da tutte le parti e va per forza di cose non ristrutturato ma rifondato, e Mourinho può essere un fattore aggiunto e non un nemico, anzi il nemico pubblico numero “one”.
La Roma (che Josè ha più volte invitato ad alzare la voce) ha scelto da tempo un profilo basso, silenzioso, ed in parte efficace. Ora sposando la causa del suo mister deve cambiare registro, e per certi versi lo sta facendo partendo proprio dalla permanenza del suo mister e (si parla di Boniek che non è uno silente, ed ha appeal europeo) provando ad ingaggiare un “portavoce” giallorosso.
Il rispettare il FPF; l’invitare Ceferin allo stadio nella semifinale con il Bayer Leverkusen; l’ingaggiare la Souloukou; l’essere fermamente contrari alla Superleague; il profilo ben tracciato in Europa con una semifinale ed una finale di Europa League, e una Conference League vinta negli ultimi tre anni non hanno garantito il rispetto europeo del club giallorosso, anzi.
L’arbitraggio pessimo di Budapest dove Taylor è stato degno di Byron Moreno solo la conseguenza del dopo gara dove Mourinho ha si inveito contro l’arbitro d’oltremanica (tra l’altro conosciuto in Premier) ma non più di altri allenatori dopo gare arbitrate in modo pessimo e fazioso (il video che gira sui social di Guardiola contro Taylor dice tutto).
Mourinho viene squalificato, e Taylor viene premiato (invitato alla finale di Champions League e inserito nella lista dei migliori). C’è qualcosa che non quadra, Mourinho da grande comunicatore qual’è scrive a Boban uscendo dall’Uefa Football Board l’organizzazione che accoglie 20 tra i più rappresentativi personaggi del calcio mondiale europeo per avvenuta mancanza di condizioni.
Nel frattempo la Fifa che prepara il mondiale per club dove parteciperanno 2 club per nazione in base al ranking Uefa, e dove la Roma si attesta tra le italiane migliori, sembra cambi le carte in tavola calcolando solo il ranking Champions League, altro schiaffo al club capitolino.
Se Atene piange Sparta non ride, la Roma (Mourinho) in Italia non riceve un trattamento diverso da quello europeo, “l’aggressività” del portoghese e della sua panchina riecheggia fino ai vertici del calcio italiano (si vocifera che alcuni arbitri abbiamo “paura” di arbitrare la Roma) che puniscono Mourinho per le parole su Chiffi (dove il portoghese, lui non ha patteggiato) mentre Serra (che fece l’agnellino contro il Milan e il leone contro la Roma) è stato dismesso.
In tutto questo dove un personaggio come Mou dovrebbe essere un valore aggiunto per tutto il movimento calcistico nostrano e non una disgrazia, il calcio italiano fa scena muta, non difende un club defraudato in Europa e subisce altre vessazioni. Ultima in ordine di apparizione l’eliminazione dell’Under 21 dall’Europeo di categoria.
Forse il problema non è in fondo Mourinho ma un movimento che fa acqua da tutte le parti, dove una nazionale non si qualifica per i mondiali dal 2014, è l’ultima coppa europea vinta è la tanto bistrattata Conference League della Roma (prima bisogna scendere al triplete di guarda un pò…Mourinho). Il calcio ha bisogno di personaggi come Mourinho, perché la situazione non è grave, è Gravina!