(di Gianluca Guarnieri) Il portiere della Roma per eccellenza. Il Numero 1 con i guantoni, eroe di tante finali ai rigori e di tanti successi: Franco Tancredi.
Il campione d’Italia 1983 (oggi fresco 69enne) è stato un grande protagonista in maglia giallorossa, in oltre 10 anni di prestigioso servizio, basti pensare alle sfide scudetto contro la Juventus, o nei derby, vedi il rigore parato a Bruno Giordano nella stracittadina del 23 ottobre 1983, o a quella del 18 marzo 1990 dove il numero 1 romanista (in età non più verde per la verità…) si oppose in maniera eccellente ai tentativi (vani) di pareggio dei vari Di Canio, Ruben Sosa e Pin. Un portiere di grande classe, estremo difensore per oltre un decennio, amatissimo dai tifosi, e grande specialista sui calci di rigore, tanto da far vincere ai giallorossi ben 2 Coppe Italia contro il Torino nel 1980 e 1981. Non altissimo (solo 1,76) Tancredi suppliva con un piazzamento da manuale e da un’agilità sbalorditiva che gli consentiva di arrivare sui palloni più difficili. La sua risorsa inoltre era una concentrazione spasmodica che riusciva a superare anche i minuti di inattività, permettendogli di opporsi alle conclusioni più insidiose. Tancredi è stato un vero mito, amatissimo dai suoi tifosi, anche da quelli che non hanno avuto la fortuna di vederlo in azione, tanto da farlo entrare nella “Hall of Fame” del club di Piazzale Dino Viola. Un rapporto fortissimo, capace di resistere a varie separazioni, tra allontanamenti e riavvicinamenti propri della vita di un uomo. Una questione di “affetti speciali”, impossibili da spezzare. 258 presenze consecutive, secondo solo a Dino Zoff, con 288 in serie A con la maglia giallorossa e 294 complessive. Un uomo record, gentile e timido. Un antidivo, pronto però a volare di palo in palo, come il suo idolo Castellini o Ricky Albertosi, altro suo modello. Portieri di classe e agilità. In compagnia loro, Franco Tancredi ci sta benissimo.