Pasquale Pollio
Per provare a comprendere le cause della stagione da horror della Salernitana bisogna necessariamente fare un passo indietro e tornare al 10 Luglio, giorno in cui la squadra si radunò a Rivisondoli per svolgere la prima parte del ritiro precampionato con una rosa che definire incompleta è un eufemismo.
Nella prima conferenza stampa, l’allora tecnico Paulo Sousa rispose con sincerità alle domande dei giornalisti presenti che gli chiedevano in quali ruoli la rosa a sua disposizione avesse bisogno di rinforzi e come si stesse evolvendo il mercato, il tecnico lusitano chiarì che in tema di mercato bisognava porre la domanda al DS De Sanctis, mentre alla rosa mancavano sette elementi e le caselle da riempire urgentemente riguardavano due esterni alti, un difensore centrale, un centrocampista che sostituisse Vilhena ed un centravanti, visto l’addio di Piatek.
Nonostante la situazione fosse chiara a tutti, l’immobilismo della Società fu disarmante e le scommesse, più che i rinforzi, giunsero a Salerno alla vigilia del campionato costringendo il tecnico a lavorare per tutto il ritiro con una rosa largamente rimaneggiata, ma anche in questo caso il tecnico non le mandò a dire parlando di giocatori sconosciuti e di una squadra più debole rispetto a quella che l’anno precedente si era salvata con tre giornate di anticipo raggiungendo anche dei record di imbattibilità bollati come “pareggite” dal Presidente Iervolino.
I botta e risposta tra Società e tecnico continuarono e, con una Salernitana in evidente difficoltà, arrivò l’esonero del tecnico sostituito in panchina da Pippo Inzaghi, che nel giorno della sua presentazione dichiarò, sapendo di mentire, che la Salernitana aveva una rosa importante, e non si comprendeva come una squadra con ben nove nazionali potesse essere in quella posizione di classifica, ma il tempo è galantuomo ed il campo da giudice insindacabile ha decretato la fine anche dell’era Inzaghi sulla panchina dei granata, nel frattempo era giunta al termine l’esperienza del DS De Sanctis reo di aver portato a Salerno una pletora di calciatori non adatti al massimo campionato e di aver assecondato le direttive del club senza minimamente opporsi, al suo posto ritornava a Salerno, anche come parafulmine, il beniamino della tifoseria granata “Walter Sabatini” con l’obiettivo di ripetere il miracolo della prima storica salvezza della Salernitana, ma questa volta l’impresa risultava essere ancora più complicata visto che il Presidente Iervolino era stato chiaro “Rinforzare la squadra con un mercato in attivo”, ma nonostante i paletti imposti dal club il direttore è riuscito nell’impresa di costruire un nuovo istant team portando a Salerno ben dieci nuovi calciatori, ma la critica che ci sentiamo di rivolgere al direttore è solo una; la scelta di Fabio Liverani come sostituto di Pippo Inzaghi, anche se comprendiamo che trovare un allenatore libero che in una situazione di classifica come quella dei granata accettasse un contratto di soli quattro mesi non era impresa semplice, ma a quel punto, ci chiediamo, non era meglio una soluzione interna come quella effettuata dal Sassuolo?
Liverani però non solo non è riuscito a dare una scossa ad un gruppo depresso, al contrario sembra averli convinti dell’ineluttabilità della retrocessione, e la sua conferenza stampa post sconfitta con il Monza è stata imbarazzante, dando giustificazioni ridicole dopo aver sbagliato il modulo, la formazione iniziale e tutti i cambi in una gara decisiva per le sorti del campionato granata.
Ora che la retrocessione è alle porte, a meno di un cambio di rotta immediato a partire dalla trasferta di Udine, si può asserire che il principale colpevole di questo scempio ha un nome “Danilo Iervolino”, che ha commesso una serie di orrori, a partire dal primo licenziamento di Walter Sabatini, passando per l’esonero di Paulo Sousa reo di averlo informato a tempo debito che la rosa era stata sopravvalutata ed aveva bisogno di rinforzi importanti.
Ma piangere sul latte versato non ha senso, resta la speranza che il Presidente faccia tesoro dei suoi errori e costruisca una Società organizzata ed una squadra che possa dare le giuste soddisfazioni ad una tifoseria che non merita queste umiliazioni.