di Elia Faggion
20 agosto 2017, domenica sera, stadio San Siro, Milano. L’Inter di Spalletti è all’esordio assoluto in Serie A, contro la Fiorentina di Pioli, squadra nettamente rivoltata in estate, tra ridondanti polemiche, per un mercato in cui i pezzi grossi sono stati smerciati in giro per l’Italia, e molti volti senza nome arruolati per riempire le innumerevoli caselle libere. La partita è un trionfo baùscia, termina 3-0, e sarà il preludio della prima grande metà di stagione interista.
Nonostante un terribile calo dicembrino, scaturito dal più che sospetto pari in Coppa Italia con il Pordenone, confermato da 2 punti raccolti in 4 successive partite di Serie A, e terminato con l’eliminazione dalla Coppa Italia in un tragicomicoderby della madonnina, la prima sezione di stagione interista è comunque da considerarsi ottima. Nessuno ad agosto avrebbe puntato una lira sull’Inter: complice un mercato da outsider (essendo la società ancora vincolata dall’FFP), sebbene a suo tempo le promesse societarie fossero ben differenti. La squadra, nonostante i ronzii, indossa i paraocchi come un cavallo da corsa all’ippodromo e, a colpi di frusta, gira a 41 punti. È record dai tempi di Mourinho e del primo Mancini.
Il 2017 nerazzurro si è concluso con un pari contro la Lazio, che sembra aver leggermente tamponato una grondante ferita spalancata dal pari col Pordenone, mentre il nuovo anno si apre con la sfida che fu il principio di una grande campagna autunno-vernina. L’avversario però non sarà quello fragile, disorientato, e ancora inerme dopo i colpi che ne hanno crivellato il sistema nel corso dell’estate. Oggi la Fiorentina è una squadra vigorosa, potente, organizzata e soprattutto spregiudicata. Il suo valore aggiunto è caratterizzato proprio da quei volti senza nome, che in periodo agostano venivano giudicati senza minima cognizione di causa, e il cui adattamento è stato fisiologicamente progressivo.
La Viola non ha nulla da perdere, è una squadra-scommessa, famelicamente alla caccia per un sedile europeo con alle spalle un progetto nuovo e brillante, che presenta tra l’altro ampi margini di miglioramento. L’Inter invece, dopo un avvio decisamente in bolla, come si direbbe in economia finanziaria, si ritrova circondato da squali feroci intenzionati a sbranarla per un quarto posto, che quest’anno, finalmente, torna a significare Champions League.
La sfida di stasera potrà di certo orientare il futuro di queste due squadre, ma prima di guardare avanti, i due allenatori dovranno ritrovare alcune schegge del loro passato: Pioli incrocia nuovamente quella che fu la squadra per un tratto dell’anno appena conclusosi, mentre Spalletti, nativo di Certaldo, cittadina medioevale fiorentina conosciuta per i teatri di strada, ritorna nella sua terra natia da avversario.