di Alessandro Nardi
Non usa troppe parole Walter Mazzarri per commentare il suo ritorno in Italia da allenatore del Torino, ne fa promesse. Fedele al suo diktat: “contano solo i fatti, perché i proclami vengono smentiti subito” non si lancia in avventurose promesse ne concede molto alla stampa. Quello che si sa per certo è che tornerà presto al suo 3-5-2, magari partendo dalla prossima gara. Contro il Bologna infatti, potrebbe riconfermare lo stesso modulo del suo predecessore, il poco tempo avuto a disposizione non sarà stato certo sufficiente per inculcare neanche un 5% del suo credo, ma già dalla gara contro il Sassuolo le cose potrebbero cambiare. Con Belotti ancora fermo ai box Mazzarri punterà su Niang nel ruolo di punta. Il neo tecnico ha speso parole molto importanti su di lui: “Ha grandi potenzialità, ma le deve mettere in pratica, perché le opportunità non sono eterne”. Mazzarri lo conosce molto bene visto che, come da lui stesso sottolineato, lo ha avuto già ai tempi del Watford e potrebbe essere veramente la ”Manna” che tutti i tifosi granata stavano aspettando per vedere esplodere definitivamente questo talento. Partendo dal presupposto già detto che probabilmente Mazzarri non cambierà già da domani, la squadra dovrebbe scendere in campo col 4-3-3, con Molinaro e De Silvestri sugli esterni (che quando si passerà al 3-5-2 avranno una grandissima importanza) Burdisso e N’Kolou centrali, Valdifiori che accompagnerà Rincon ed Obi al centrocampo Niang, Iago Falque e Berenguer in avanti. Dal canto suo Donadoni schiererà il Bologna col suo classico 4-3-3 puntando tutto sull’attenzione e l’esser corti e compatti per difendere e ripartire nel miglior modo possibile. In avanti, affianco a Destro, che è tornato a far gol grazie alla doppietta contro il Chievo ci saranno Verdi (che sta diventando sempre di più oggetto del desiderio dei grandi club e per questo potrebbe rischiare di distrarsi) e Di Francesco, che con la loro velocità potrebbero mettere in grave difficoltà la difesa, un po’ macchinosa dei granata.