di Elia Faggion
L’Inter prova a riprendere la corsa, dopo i troppi tentativi a vuoto. A San Siro arriva il Crotone di Walter Zenga, ex leggenda interista – 473 presenze, uno scudetto (quello dei record), una Supercoppa Italiana e due Coppa Uefa con la maglia nerazzurra – che verrà felicemente accolto da circa 50 mila spettatori, in quello che fu il suo grande teatro d’esibizione per moltissimi anni.
“Conosco bene Zenga, la sua squadra si comporterà come un animaletto che esce dalla tana per andare a mangiare, per poi rientrare rapidamente”: così Luciano Spalletti alla vigilia di questo match, che suona come l’ennesima, abnorme opportunità per tornare a respirare dopo un’apnea fin troppo prolungata. Come domenica scorsa, quando si giocava a Ferrara contro la Spal, i meneghini partiranno con tutti i favori del pronostico, sebbene in campo non si vedrà Mauro Icardi (18 gol in campionato, rimandato l’appuntamento col centesimo in Serie A). I baùscia da circa due mesi appaiono smorzati, appesantiti e spaesati, ma ultimamente, sebbene il livello del gioco proposto non sia mai stato idilliaco, con una maggiore concentrazione collettiva avrebbero potuto portare a casa qualcosa in più: contro Fiorentina e Spal, fino al 90’ minuto la squadra era in vantaggio.
Nell’ultima, drammatica partita del Paolo Mazza ha debuttato, seppur per un centinaio di secondi, anche l’ultimo acquisto del mercato invernale Rafinha. I tifosi speravano che oltre allo spagnolo, che quasi sicuramente non partirà titolare contro il Crotone, potesse arrivare un altro centrocampista offensivo di livello: si è a lungo parlato di Pastore, che alla fine è sfumato. Spalletti dovrà quindi cercare di arrangiarsi con ciò che ha a disposizione per centrare la top 4, contro avversarie ben più strutturate, che però hanno anche il fronte europeo da difendere.