di Vincenzo Boscaino
Finisce 1 a 1 il “derby dell’intensità”, una partita quella tra Atalanta e Fiorentina che ha visto giocare le squadre a viso aperto e con un gioco maschio. La Viola chiude in 10 uomini per l’espulsione di Milenkovic ma nel finale ha anche la possibilità di passare in vantaggio con Falcinelli. Si salva la prestazione, ma una vittoria nel 2018 è ancora troppo poco.
Il primo tempo è tutto della Fiorentina. Simeone si divora un gol già fatto: lunga progressione verso l’aria, basta appoggiare la palla dietro per Veretout tutto solo, invece per eccesso di egoismo la tira alto da posizione defilata. Ma il gol non tarda a venire, quando Badelj con il piatto sinistro la spinge dietro Gollini che aveva già respinto la prima battuta del giocatore Viola. Il primo tempo sembrava concluso, ma al 45’ l’Atalanta trova il pareggio che ha il profumo della beffa: punizione del Papu e Petagna che la insacca di testa. 1 a 1. Tutto da rifare.
Nella ripresa molta più Atalanta, che costringe la Fiorentina a giocare di ripartenza. Illicic e Castagne sono un pericolo continuo per la difesa Viola, ma Pezzella ed Astori riescono a reggere in difesa. Gli ultimi 6 minuti sono di sofferenza pura: espulsione di Milenkovic ed assalto Bergamasco. Alla fine di sarebbe anche un’ultima occasione per il neoacquisto Falcinelli, ma la spara alta sopra la traversa.
Pioli in conferenza analizza con rammarico l’ennesima partita in cui c’è una bella prestazione ma non la vittoria: “È stata una partita tosta e maschia, ci sono stati tanti fischi e i cartellini mi sono sembrati in un’unica ammonizione. È stata una sfida molto intensa, l’arbitro avrebbe dovuto far giocare di più”. ” Cosa manca alla Fiorentina per fare il salto di qualità? Manca la continuità e manca raccogliere per quanto produciamo”. Continua poi il Tecnico della Viola: “Dovremmo essere intorno al settimo posto, non undicesimi. Creiamo tanto ma abbiamo raccolto meno di quello che seminiamo. Siamo una squadra giovane ed è inevitabile commettere qualche errore ma mancano ancora molte partite e possiamo ancora fare meglio del girone d’andata”.
Questo lunedì la Fiorentina si sveglia con una preoccupazione: si è scordata come si vince. Una preoccupazione che sarà nella testa dei giocatori per almeno un’altra settimana. Fino a quando arriverà il Chievo. Una partita in cui non basterà più strappare gli applausi per la prestazione, ma dove serve vincere e dare un senso di nuovo a questa stagione.