Francesco Falzarano
Se qualche tifoso del Benevento, avesse letto prima della partita il nostro “pre”, beh probabilmente avrebbe fatto qualche scongiuro. La nostra era soltanto una sensazione, che ha portato a far scivolare via quella dignità che con tanta fatica la truppa di De Zerbi provava a recuperare. Non siamo mai stati avvezzi a parlare di arbitri e quant’altro, il problema del Benevento è da sempre stato più profondo. E’ vero, anche ieri la direzione non è stata perfetta e non di certo ad appannaggio giallorosso, ma nulla da eccepire sul rigore finale figlio di un VAR, che non ha mai subito l’incantesimo della strega per tutto l’anno anzi si è immolato a “scaccia streghe”andando sempre contro i giallorossi. Attaccarsi ad un arbitraggio però ci sembra riduttivo e poco rispettoso verso la piazza sannita, che avrebbe meritato tutt’altra Serie A. Il raggiungimento di un sogno non deve poi essere sinonimo di degrado, a di silenzio, perché Benevento accetta con passione questa debacle nazionale, ma ad un certo punto a tutto c’è un limite. Limite, che evidentemente la squadra non riesce a vedere, ed una volta in fondo continua a sprofondare nella dura realtà del prato verde. Roberto De Zerbi, profeta non in patria, racimola dieci punti in un girone, perdendo con Sassuolo, Udinese, Spal, Genoa, Bologna, Torino, Cagliari ed una Fiorentina a pezzi. Stesse reti subite nelle sue prime dieci, rispetto alle prime dieci di Marco Baroni, con una squadra rivoluzionata e con giocatori comunque di valore assoluto. Risultato ? A nostro modo di vedere, come abbiamo sempre scritto, il problema non era Marco Baroni, anzi se la sorte avesse girato da un’altra parte nelle prime tre giornate ora staremmo parlando di un altro campionato. De Zerbi ha fallito anche a Benevento, con un gioco difficile da approcciare, poco cinico. Ma il dato è che la difesa giallorossa ogni qualvolta subisce anche solo un’avvisaglia di attacco è in pericolo rosso. Sette degli ultimi otto goal subiti arrivano da palla inattiva, e il passaggio dalla marcatura a uomo da quella a zona non ci è sembrato spostasse gli equilibri. Lasciando perdere questi dati inconfutabili, ieri, nello specifico il cambio Djuricic, Billong non è andato giù alla piazza giallorosso, che non vuole ripartire con l’ex Foggia al timone. Batte un altro il record negativo il Benevento subendo due reti nel recupero. Insomma i calciatori non si sono fatti mancare nulla, e parlare di arbitri, Var e sfortuna non è il massimo. Tutti nessuno escluso hanno dimostrato di non essere da Serie A: società, allenatori (in minima parte) e soprattutto squadra, una squadra che ha perso la faccia agli occhi di una città che li ha coccolati per un anno intero, in barba alle figure lampanti che venivano collezionate. I tifosi, loro sì, da Serie A, esempio di passione, amore e civiltà. Il campionato continua e noi continueremo a leggere pagine di un romanza già scritto.