Milan, un pareggio che allontana la Champions

Posted By on Apr 5, 2018 | 0 comments


Francesco Morasso

E’ un Mercoledì all’insegna della tristezza per i colori rossoneri nonostante un San Siro gremito. Nella notte è scomparso Ray Wilkins, ex centrocampista del Milan dal 1984 al 1987. Nella sua carriera di allenatore è stato anche il vice di Carlo Ancelotti al Chelsea. La Curva Sud ha voluto dedicargli uno striscione: “Ciao Ray, leggenda rossonera”. I giocatori allenati da Gennaro Gattuso sono scesi in campo con il lutto al braccio in memoria di Wilkins e prima del match Franco Baresi ha deposto un mazzo di fiori per commemorarne la scomparsa.

Riguardo alla partita c’è da dire che il derby non è una gara come tutte le altre e spesso questo si vede anche a livello di gioco. Dopo una serie di stracittadine pirotecniche, questo Milan-Inter ricorda quello di Coppa Italia: una partita ad alta intensità, ma bruttina, con squadre più attente a controllare l’avversario che non a punirlo.

Il primo tempo scorre via senza particolari sussulti, ad eccezione di due episodi chiave: al 19′ Handanovic è bravissimo a negare a Bonucci la gioia della seconda rete consecutiva, mentre al 39′ è il VAR a strozzare in gola l’urlo di gioia di Icardi (fuorigioco millimetrico).

Il secondo tempo inizia con l’assalto all’arma bianca dell’Inter, con un Milan contratto, quasi impaurito. L’occasione più grande, per i nerazzurri, passa dai piedi di Icardi, che si mangia un gol praticamente fatto, a porta vuota, calciando a lato dal cuore dell’area piccola. Un episodio, questo, che sveglia il Milan: il “Diavolo” alza il baricentro e riesce a rendersi pericoloso dalle parti di Handanovic in un paio di occasioni. Il tempo scorre, le squadre si allungano, scoprendo il fianco, ma nessuno riesce ad approfittarne. Kalinic da una parte e Icardi dall’altra falliscono il colpo del KO. Finisce in pareggio, all’Inter va bene così, il Milan invece saluta, salvo improbabili miracoli, il sogno Champions League.

Tra i migliori in campo per i rossoneri c’è sicuramente Davide Calabria che non soffre mai Perisic (questa era una delle chiavi della partita), assolutamente perfetto sul croato, gli ringhia addosso come se Gattuso si fosse impossesato di lui; crossa a ripetizione quando riesce ad arrivare sul fondo ed è sempre preciso ed attento.

Nota di merito anche per Calhanoglu che, memore dei rimbrotti di Gattuso, sta zitto e corre di più. Cancelo lo soffre parecchio tant’è che si fa ammonire. È quello che calcia meglio i piazzati e che mette in porta Bonucci. Molto bene tutta la difesa del Diavolo guidata dal capitano.

La partita dei nerazzurri invece è ampiamente sufficiente in ogni reparto con un grande Handanovic che con la sua parata d’istinto su Bonucci, manifesto della reattività del portiere sloveno, vale come un gol. Unico neo della serata per l’Inter la prestazione di Icardi che sveste i consueti panni da killer e sbaglia due gol praticamente fatti a porta più che sguarnita.

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