(di Gianluca Guarnieri) Roma, il complesso Olimpico continua. I giallorossi scivolano ancora una volta in casa, la sesta in campionato più il Ko di Coppa Italia con il Torino, facendosi sconfiggere dalla Fiorentina di Pioli (al sesto successo consecutivo) più abile a capitalizzare le occasioni, a differenza degli uomini di Francesco, lenti e sterili, incapaci di sfruttare (e questo capita spesso) le tante occasioni create. Roma con ben 5 cambi rispetto al match con il Barcellona, con in campo Juan Jesus, Defrel, Gonalons, El Shaarawy e il recuperato Nainggolan . Nonostante tutto la partita si mette male da subito: al 6′ la Fiorentina va in vantaggio: assist di Saponara dalla sinistra per Benassi che piazza alle spalle di Alisson per l’1-0 dei toscani.
Il goal è una doccia gelata per i romanisti che tengono molto palla ma non riescono al sfondare la linea difensiva dei viola, molto compatta con una squadra arretrata e pronta a ripartire in contropiede. I giallorossi provano a reagire: prima Strootman tenta la botta da fuori ma Sportiello respinge, poi Dzeko colpisce il palo su uscita maldestra del portiere toscano. Il bosniaco è come spesso accade il più pericoloso e obbliga Sportiello ad una grande uscita alla mezz’ora per salvare il risultato. Risultato che cambia al 40′: azione personale di Simeone, che resiste alla pressione di Manolas ed in uscita batte l’incolpevole Alisson. Un vero e proprio colpo del KO. La Roma prova la riscossa nella ripresa, ma non trova i ritmi giusti: i capitolini sono troppo lenti in un possesso palla sterile, senza la giusta pressione sui primi portatori di palla: al 56′ Nainggolan a tu per tu con Sportiello centra il portiere viola sciupando tutto, mentre poi il neo entrato Schick centra la traversa su cross del neo entrato Florenzi, bissato subito da Fazio, che colpisce la trasversale con un bel colpo di testa. I cambi però non sortiscono nulla (Florenzi già citato, Kolarov e Schick) e la gara termina così. Un 2-0 pesante e duro da digerire, con la “mission Champions League” ora a rischio, con Inter e Lazio rilanciate dall’ennesimo scivolone casalingo. Era dagli anni 40 (esattamente dal 1947/48 con 8 stop) che non si raggiungevano percentuali numeriche simili. Un campanello d’allarme da non sottovalutare alla vigilia di match importenti come Martedi con il Barcellona (per non incappare in figuracce…) e nel derby contro la Lazio di Inzaghi.