Elia Faggion
È stato un percorso impervio, scosceso e periglioso, ma l’Inter ha finalmente ritrovato la giusta via. Numerosi sono gli ostacoli e le incognite valicati dalla formazione nerazzurra, che anche nel momento di massimo annebbiamento non ha perso completamente la bussola. Nei mesi oscuri e impacciati, nell’osservare la squadra, elidendo qualche indecorosa esibizione, si poteva comunque denotare una compattezza di fondo; la patologia interista non risiedeva di certo nella fase difensiva, che oggi ritorna protagonista sui titoli di giornale: sono infatti cinque le partite consecutive senza subire gol.
Gli applausi sono per una solidità ritrovata, che oggi al Grande Torino verrà messa a dura prova da un avversario discretamente esaltato dalla metà campo in avanti: il Toro di Mazzarri reduce dalla settimana d’oro. Sette giorni, due partite, otto gol. Quattro al Cagliari, altrettanti al Crotone. Tre di questi ultimi li ha segnati il Gallo di Calcinate, Andrea Belotti, tornato a far garrire le reti avversarie dopo il tenebroso periodo che ne ha offuscato l’orgogliosa e abbacinante livrea. Sarà il suo piumaggio vinoso a calamitare le maggiori attenzioni della granitica coppia difensiva centrale interista, priva forse del suo leader Miranda non al meglio. Ma se a sinistra c’è il Gallo, a destra c’è Maurito l’Alchimista. Stessa età, stesso istinto. Quello che lo spietato nove interista, tenero nella sua umanità, ci è sembrato aver smarrito subitaneamente nei novanta minuti del derby. Ma siamo certi che tornerà a trasformare pietre volanti in metalli preziosi e luccicanti.
E se parliamo di talenti, non possiamo escludere la fiamma balcanica di Adem Ljajic. Il dieci granata è stato gestito come un prezioso cristallo Swarovski da Mazzarri: prima accantonato, poi disciplinato, e infine reinserito gradualmente nel progetto tecnico di una formazione della quale può rappresentare il jolly assoluto e imprescindibile. Sarà in campo oggi per guidare la sua squadra alla vittoria, che manca in casa dal 1994, e ottenuta l’ultima volta a San Siro due anni fa (1-2: Molinaro e Belotti rispondono ad Icardi), quando il serbo indossava la casacca nerazzura dei bauscia milanesi.
Un altro richiamo del passato risiede nel viso paffuto e genuino di Walter Mazzarri, allenatore dell’Inter nella stagione 2013/14, esonerato forse ingiustamente all’albeggio della stagione successiva in favore di Mancini. Simile a Spalletti per il cangiantismo delle proprie squadre, per la profonda e sotterranea preparazione degli impegni, ma anche per provenienza territoriale, Mazzarri intende sgambettare la sua vecchia amata Inter, con la quale è rimasto un rapporto cicatriziale. Sotto la sua ala, l’Inter riuscì a tornare in Europa grazie ad un quinto posto, intervallato dal nono della stagione precedente e l’ottavo della stagione successiva. L’Inter di Spalletti in Europa ci arriverà, ma i tifosi sperano che la squadra salga sul vagone di prima classe. Anche in virtù della sconfitta romanista di ieri, una vittoria oggi a Torino potrebbe nettamente indirizzare la stagione verso l’obiettivo accordato. L’assist è ottimo, vedremo se l’Inter ciccherà anche questa occasione, stile Icardi nel derby, o scaraventerà il pallone in rete.