Giorgio Dusi
Senza un rigore concesso in maniera molto generosa, staremmo probabilmente parlando di un’amara sconfitta su un campo sì ostico, ma alla portata dell’Atalanta. Invece la storia è diversa, fortunatamente per i bergamaschi. Al Paolo Mazza è maturato un 1-1 più frutto della fortuna e di alcuni episodi favorevoli che per meriti di campo. Ma non è bastato per evitare di vedere la Fiorentina mettere la freccia e sorpassare, vincendo all’Olimpico. E l’Atalanta è passata nuovamente da lepre a cacciatrice, per un settimo posto importantissimo, ma che si sta facendo sempre più complicato.
A Ferrara Gasperini ha patito particolarmente le assenze, ancor più rispetto alla gara con la Sampdoria. I soliti Caldara, Spinazzola e Iličić sono rimasti ai box e i sostituti sono stati all’altezza solo in parte. Gomez, di nuovo, si è trovato spesso un po’ troppo solo in fase di costruzione del gioco e di rifinitura, poco sostenuto dal centrocampo contro la difesa Spallina ben chiusa e arroccata dietro. Senza gli interpreti adatti la squadra ha fatto fatica a muovere la palla con la solita qualità e, nonostante Meret sia stato chiamato a cinque parate complessive, le occasioni migliori sono state tutte dei padroni di casa. Compresa la traversa di Viviani, su cui ha tremato tutta l’Atalanta.
Soltanto il rigore di De Roon – ormai Gomez ha perso il posto da rigorista dopo i troppi errori nella prima parte di stagione – ha siglato il pareggio, anche se con qualche rischio. È valso un 1-1 che accontenta più la Spal, ora a 27 e a +3 sulla terzultima, il Crotone. L’Atalanta sale a 48, pari con la Sampdoria anch’essa bloccata nel derby col Genoa, ma dietro alla Fiorentina, ora settima in solitaria. E dietro c’è anche il Torino che sogna di rientrare. Tutti i rimpianti rimangono a Bergamo: vincendo le ultime due gare, probabilmente in questo momento si parlerebbe di una Dea che conta i punti. Invece la lotta continuerà.