Redazione
E’ successo di tutto ieri all’Artemio Franchi, ma alla fine contro ogni pronostico che vedeva una Lazio stanca e psicologicamente scarica, i biancocelesti riescono a portare a casa il bersaglio grosso, centrando i tre punti e restando pienamente in corsa per la Champions. Uomo della giornata come spesso accade in casa Lazio, mister Simone Inzaghi, ma stavolta ancor di più. Dopo la partita in Austria, anche lui era finito sul banco degli imputati, per sua stessa ammissione, e con umiltà ha dato meriti agli altri, e demeriti agli avversari. Poi il derby, ed anche lì qualche mugugno, una Lazio poco brillante, la sostituzione di Felipe Anderson capita da nessuno, Luis Alberto in panchina, la critica che aveva visto un Inzaghi un po’ distratto dai numeri in conferenza stampa. Niente di tutto questo invece, solo chiacchiere da bar. Ieri la Lazio si dimostra specchio della mentalità del proprio allenatore, sotto di due goal, recupera, fondamentale, prima della fine del primo tempo, con grande forza d’animo. V di nuovo sotto e non ci sta, la riacciuffa e la vince. La vince la Lazio, ma soprattutto la vince Simone Inzaghi, quando al ’25 sotto di una rete e in procinto di subire la seconda, con la Lazio in dieci, toglie Stefan De Vrij, non un difensore qualunque e mette dentro Felipe Anderson. Ecco questo è lo specchio di una mentalità. Una mentalità europea, una mentalità vincente. Già, perché quando hai più qualità in attacco e le partite si mettono in un certo modo, bisogna essere abili e intelligenti, abilità insite nella filosofia di un allenatore che siamo sicuri arriverà molto in alto. Certo, a volte può andare bene ad a volte male, ma solo chi non rischia non vince