di Pasquale Pollio
Il calcio è cambiato, in meglio o in peggio dipende dai punti di vista, ma quando la mente torna indietro nel tempo affiorano le immagini di un’impresa epica che dieci uomini con il loro condottiero portarono a compimento.
Il condottiero aveva un nome “Luigi Riva”, nato per caso in provincia di Varese ma con un cuore grande, diverso dagli altri, un cuore rosso e blu.
Ero un bambino e non riuscì a resistere al fascino di quella squadra, che scrivendo una pagina di storia, regalò un sogno e riscattò un intero popolo.
Ed è giusto ricordare ai più giovani i nomi degli artefici di quella cavalcata che il 12 Aprile 1970 fece esplodere di gioia l’Amsicora:
Albertosi – Martiradonna – Zignoli – Cera – Niccolai – Tommasini – Domenghini – Nenè – Gori – Greatti Riva con in panchina il “filosofo” Manlio Scopigno
Sono trascorsi oramai 48 anni da quel giorno, ma nel mio cuore i ricordi di quel periodo resteranno scolpiti per sempre e spero che una favola simile possa essere vissuta dalle nuove generazioni ingabbiate in un calcio senza sentimenti dove l’unico parametro è il Dio denaro.
Quei ragazzi avrebbero meritato molto di più, ma si sa che la riconoscenza non fa parte del nostro mondo.
Abbiamo dovuto attendere il 9 Febbraio del 2005 affinché il Cagliari Calcio ritirasse la mitica 11 indossata da Rombo di tuono, come amava chiamarlo Gianni Brera, e solo nel 2015 il Comune di Cagliari ha finalmente dedicato una strada….agli uomini che fecero l’impresa