Elia Faggion
Otto giorni fa, dopo il tracollo di San Siro contro un Sassuolo già salvo, il quarto posto era più un’utopia che una reale speranza. Poi, arriva l’aiuto che non t’aspetti: l’Uomo Ragno ha detto che no, stavolta “i cannoni non faranno BANG”.
Dall’insopportabile sensazione di un ennesimo “tradimento” nel momento topico della stagione, ad un barlume d’irriverente euforia: battendo la Lazio si va in Champions. I tifosi dell’Inter avevano ingurgitato una miscela emozionale esplosiva molto prima di arrivare a Roma, ma mai avrebbero potuto immaginare ciò che avrebbero visto nel “preliminare” dell’Olimpico.
Il filosofo greco Tucidide sosteneva che “la storia si ripete”, ma non aveva fatto i conti con la Pazza Inter. Le maledizioni si sono interrotte, il 5 maggio è parzialmente restituito. Icardi è riuscito laddove Higuaìn col Napoli ha fallito. Vecino ha segnato poco, ma da buon uruguagio, l’ha fatto sempre quando pesa. D’altronde gli uruguagi, loro sì, sono sempre andati a spasso con la storia. E poi lui, Spalletti, che salutò capitale e Champions per imbarcarsi all’avventura, si è ripreso tutto esattamente dove l’aveva lasciato: a Roma, nella città senza tempo.
Tutto è iniziato con un risibile autogol, e già ci si immaginava Perisic come il nuovo Gresko, sciagurato difensore della vecchia Inter del 2002. Invece ci si ricorderà di un altro difensore: Stefan De Vrij. Già promesso sposo all’Inter, gioca l’ultima con la Lazio procurando un rigorone a Icardi a dieci dalla fine. Come sputare sulla mano prima di fare un saluto a chi ti ha voluto bene.
Non il massimo, però De Vrij giocherà la Champions League, così come l’Inter, che finalmente dopo più di sei anni risponderà presente all’appello dell’èlite europea. L’ultima partita in Champions fu quella drammatica contro il Marsiglia, nel marzo 2012, quando Brandao esultava a San Siro e Ranieri disperava. Nel frattempo Claudio è diventato Sir, mentre l’Inter nuotava nello stagno come un girino. Fino a ieri. Oggi a Milano il cielo è praticamente solo azzurro. Il nero se lo sono lasciati alle spalle.