Enrico Corsini
Nel “day after” dello scontro tra Cittadella e Bari quei due punti di penalizzazione pesano come due macigni sulle spalle della squadra pugliese. Anche se l’applicazione della penalità non ha poi stravolto del tutto il disegno della classifica finale della Serie B è stato proprio il “dettaglio” del pareggio, che favorisce la meglio classificata, a decretare il fallimento dei galli. I biancorossi scendono sul terreno del Tombolato senza lasciar trasparire le angosce e le conseguenze di tutto ciò che è accaduto nel recente passato e dando vita, insieme agli avversari, ad un primo tempo equilibrato e combattuto anche se a reti bianche. Grosso decide di far partire Floro Flores dalla panchina e di permettere a Galano di riprendersi un ruolo da protagonista nella gara. Cosa che il giocatore foggiano fa segnando, nel secondo tempo, il gol del vantaggio barese e facendo rivedere tutto il suo talento con una conclusione, di prima intenzione, indirizzata nell’angolo basso alla sinistra di Alfonso. Poi è il momento del “Bartolomei Show” con il centrocampista dei veneti che conferma il suo estremo momento di grazia, visto nelle ultime di campionato, marcando due reti spettacolari nell’arco di dieci minuti. Prima una sassata da calcio piazzato e poi un tiro al volo dal limite dell’area sul quale Micai non può davvero nulla. Nel tempo che intercorre tra le due realizzazioni granata, Grosso decide di sostituire Galano con Floro Flores e Sabelli con Cissè, cercando di vincere a tutti i costi la gara. Cresce il tono agonistico dell’incontro e, con la necessità di segnare due gol, il Bari soffre e cerca a fatica di rendersi pericolosa mentre i veneti mantengono la concentrazione. Venturato per proteggere il risultato sostituisce Kouamè con Pasa e imposta un centrocampo a 5 che evidenzia, però, uno dei difetti ricorrenti del Cittadella, quello di non saper gestire il risultato. Infatti, poco dopo, i pugliesi trovano la rete del 2-2 con un’azione dagli sviluppi rocamboleschi che rispecchia perfettamente la loro dedizione nei confronti della causa ed il loro stato di pressione. Si va ai supplementari ma questa maratona faticosissima per andare in semifinale vede due squadre stremate con il Cittadella che cerca di tenere palla per far correre il cronometro e gli avversari, ma che commette troppi errori lasciando spazi inaspettati ad un Bari troppo stanco per concretizzare le occasioni. Manca l’ossigeno e la pressione aumenta sempre di più. Nel secondo extra time la squadra di Grosso crea 3 chiare occasioni senza riuscire ad andare a segno e giungendo al crollo definitivo di nervi. Gyomber finisce a terra per i crampi ma l’arbitro non se ne accorge e lascia proseguire ed, una volta uscito il pallone, il difensore slovacco perde le staffe ed inveisce contro il signor Ghersini il quale gli mostra il cartellino rosso. Ma la partita non è finita e l’agonia psicologica biancorossa diventa insopportabile fino al punto di trasformare il dr.Brienza in mister Hyde, infatti, il 10 in maglia bianca calcia violentemente Schenetti, che gli aveva soffiato un pallone, e guadagna un altro rosso diretto. Uscendo dal campo, poi, l’attaccante trentottenne ha qualcosa da dire anche alla panchina avversaria scatenando un momento di tensione altissima che nessuno si augura mai di vedere in un campo occupato da professionisti e durante il quale c’è spazio anche per l’espulsione, dalla panchina, di Sabelli. È la fotografia finale dell’incontro, è il ritratto perfetto dell’umore dei pugliesi ed è la chiusura delle analogie con 4 anni fa. Un altro 2-2 condanna una squadra che ce la mette tutta ma che forse, come lasciano trasparire le parole di capitan Basha nel post gara, si sente tradita dalla società che dovrebbe garantirle le condizioni ottimali per ottenere i risultati e diventare grandi insieme.