di Anna Ditta
31/03/2016
In Qatar già da tempo fervono i preparativi per costruire gli stadi
per i mondiali del 2022, finiti per altro nella bufera della
corruzione che ha coinvolto anche l’ex presidente FIFA Josep Blatter.
Oggi, però, è Amnesty International ad alzare la voce per diffondere
le notizie relative alle condizioni di lavoro degli operai impegnati
nella costruzione delle strutture, parlando addirittura di “violazioni
di diritti umani”.
Amnesty International ha rivolto accuse specifiche nei confronti degli
organizzatori, affermando che i lavoratori sono oggetto di abusi e
talvolta costretti a turni forzati. Nel mirino di Amnesty c’è il
Khalifa International Stadium, dove si svolgeranno anche i mondiali di
atletica nel 2019. Molti operai impegnati in questa struttura non
vengono retribuiti, non possono tornare nelle città di loro
provenienza e sono costretti ad alloggiare in strutture degradate.
Queste le parole di Shalil Shetty, segretario di Amensty
International: “l’abuso dei lavoratori migranti è una macchia nella
coscienza del calcio mondiale. Per i giocatori e per i tifosi, uno
stadio della Coppa del Mondo è un luogo di sogni. Per i lavoratori che
hanno parlato con noi, può essere considerato un incubo”.
Secondo Amnesty a molti operai è stato requisito il passaporto, in
modo tale da essere impossibilitati a tornare nei paesi di origine.
Sono Bangladesh, India e Nepal infatti le nazioni che hanno fornito
più operai al Qatar, molti dei quali – sempre secondo indagini Amnesty
– avrebbero contratto debiti per poter trasferirsi nel sultanato
seguendo promesse di alti stipendi e lavori qualificati, che poi non
si sono mai realizzate.