Nicola Ciacciarelli
Niente Ronaldo? Non fa niente. La Juve serra i ranghi ed esce dal Mestalla con tre punti e una gara di carattere.
Quella di Valencia è una gara dai due volti, ”spaccata” dall’espulsione di CR7. Fino alla mezz’ora infatti i bianconeri creano tanto, smascherando le difficoltà degli uomini di Marcelino nell’arginare il gioco avversario. Il 4-4-2 dei padroni di casa intasa la zona centrale del campo, lasciando scoperti i lati. È sulle fasce che la Juve sfonda e con cambi di gioco precisi tutto diventa più semplice. Non è un caso che arriveranno una, due, tre, quattro (!) occasioni nitide per i torinesi da manovre sviluppatesi per vie esterne. Sia con Bernardeschi che con Cristiano Ronaldo, coadiuvato dalla costante spinta di Alex Sandro. Il marziano, portoghese raddoppiato, trova appoggio nelle avanzate del brasiliano o sfrutta l’immensa classe per tocchi di prima che smarcano le avanzate dei centrocampisti centrali. Tutto questo fino al 29′, fino al fattaccio (?) che ne determina l’uscita dai giochi. E la musica cambia, perlomeno per dieci minuti. Il tempo che serve ai ragazzi di Allegri per trovare le misure ad un avversario che con l’uomo in più trova coraggio, ma non le armi per rendersi pericoloso. La linea di difesa a quattro di Marcelino continua a collassare a centro area, schiacciandosi e lasciando spazio ai terzini della Signora. Merito del già citato Alex Sandro e di Cancelo. L’ex Inter si guadagna il rigore sfruttando l’imperizia di Parejo e la libertà concessagli da Guedes, in enorme difficoltà in fase di non possesso.
Troppo più squadra la Juve di Allegri per potersi far intimorire da un rosso, anche se al tuo giocatore migliore, o dall’ambiente del Mestalla. Con calma e pazienza i campioni d’Italia addormentano la gara rischiando poco o nulla. Gli ingressi di Cherishev e Gameiro danno un pizzico di imprevedibilità e velocità ai Blanquinegres, che arrivano con più facilità sul fondo ma i cross sono preda di Chiellini, Bonucci e di Emre Can. Il tedesco, entrato in corso per il connazionale Khedira, gioca una gara di personalità, trovandosi a suo agio in tre ruoli diversi: mezz’ala, frangiflutti in aiuto alla difesa e play basso dopo l’uscita di Pjanic.
Quella juventina è una prova di personalità e un messaggio all’Europa calcistica intera. Di fronte alle avversità la squadra non si sfalda, si fortifica e continua per la propria strada, adeguandosi agli sviluppi della partita, anche quelli più imprevisti. Come un espulsione del tuo miglior giocatore.