Vincenzo Boscaino
Guardiola sa più di tutti che verrà giudicato per quello che farà in Europa. Non importa quanto bene vada in campionato, quanto spettacolare sia il suo gioco. L’unica cosa che conta è vincere la Champions.
Lione-Manchester City è un banco di prova per la squadra di Pep. Rivendicare la sconfitta dell’andata, mostrare che è stato solo un passo falso.
I citizens si presentano a questa sfida senza numerosi giocatori di livello tra cui Bernardo Silva, Gundogan, Gabriel Jesus, Mendy e De Bruyne. Guardiola in mediana, allora, darà spazio al giovane Foden al fianco di David Silva e Fernandinho con il compito di affiancare i due veterani nella costruzione delle meravigliose trame di gioco. Sanè e Mahrez si contendono il posto da titolare al fianco di Aguero e Sterling. In porta confermatissimo Ederson a guidare la linea difensiva a quattro con Walker-Stones-Laporte-Delph.
Pep sa che alla sua squadra basterebbe un pareggio, ma vuole la vittoria a tutti costi per assicurarsi il primo posto e chiudere la pratica anzitempo. “Trovare la qualificazione oggi sarebbe il migliore risultato possibile” dice in conferenza stampa. “Chi ci odia, dirà che abbiamo fallito se non vinciamo in Champions”.
Il City ha già dimostrato di essere una corazzata, un’armata quasi invincibile con un gioco spumeggiante. La costante pressione da parte dei media e degli addetti ai lavori però non giova alla squadra di Guardiola. Per quanto bello potrà essere, per quante vittorie potrà conseguire, non sarà mai abbastanza. Questo gruppo deve confrontarsi con l’asfissiante aspettativa di andare sempre un gradino oltre, di stupire. Per questo, questi novanta minuti possono servire ad alleggerire tutto questo e dare più tranquillità per la prossima partita.
Lione-City, infatti, è un biglietto di solo andata per la fase finale. Tre punti che vorrebbero dire aver conquistato l’obiettivo minimo. La strada per la finale di Madrid, però, è ancora molto lunga.