Giovanni Rosati
Il presupposto da cui bisogna partire ci riporta alle ore 18 del 30 agosto scorso, quando il bussolotto contenente la dicitura “FC Internazionale Milano” riposava con quelli di squadre come Bruges, Young Boys, AEK Atene o Viktoria Plzen nella meno prestigiosa delle quattro urne che avrebbero stabilito i gruppi della Champions League 2018-19. La lunga assenza nerazzurra dalla più importante manifestazione europea per club la ha costretta a sperare in un sorteggio benevolo, ed effettivamente la speranza c’era: in prima fascia si poteva pescare la Lokomotiv Mosca, in seconda una tra Porto, Benfica o Shakhtar e in terza bastava praticamente evitare il Liverpool per passare dall’essere la Cenerentola del girone ad esser la favorita per la qualificazione agli ottavi di finale. Non sarebbe invece potuto andare molto peggio rispetto a quanto decretato dalla beffarda mano di Kakà: del Barcellona si può anche non parlare e probabilmente al livello del Tottenham – ma forse anche un gradino più in basso – c’erano giusto United e Dortmund.
Questa lunga premessa serve a inquadrare l’attuale situazione con la giusta ottica: superare la fase a gruppi sembrava un sogno per la squadra di Spalletti, mentre ora – nonostante la sconfitta di ieri – le possibilità restano alte, probabilmente ancora maggiori del 50%. Sì, perché nonostante gli scontri diretti dicano che in caso di arrivo a pari punti sarebbero gli Spurs a superare il turno, e che quindi i nerazzurri non siano in questo momento completamente padroni del proprio destino, gli inglesi affronteranno nella prossima e ultima giornata il Barcellona al Camp Nou, mentre l’Inter ospiterà il PSV a San Siro. Potrebbe bastare un pareggio nel caso di un trionfo blaugrana, mentre servirebbe una vittoria comunque tutt’altro che improbabile nel caso in cui in Catalogna arrivasse un pari. Si potrebbe pensare che il Barça, già qualificato, possa non avere le giuste motivazioni per affrontare la prossima sfida a pieno regime, ma la risposta ce la forniscono sia le statistiche – il Barcellona non perde in Champions al Camp Nou dal 2013 contro il Bayern – che Spalletti nel post-gara: “Stiamo parlando di gente come Piqué, Messi e Suarez…”.
La partita – Pochettino sorprende subito con le esclusioni dal 1’ di giocatori come Dier, Eriksen e Son, a cui vengono preferiti Winks, Lamela e Lucas Moura. Nella prima frazione sono i britannici a condurre le danze e all’intervallo il computo dei tiri è di 8 a 2 a favore dei padroni di casa (3 a 0 quelli in porta). E dopo qualche imprecisione o pronta risposta da parte di Handanovic, il tiro più pericoloso arriva al 38’, con un destro dalla lunga distanza di Winks che supera lo sloveno e si infrange sulla traversa prima di rimbalzare in campo raggiungendo addirittura il limite dell’area di rigore. A fine primo tempo Nainggolan giustifica la brutta prestazione con un problema muscolare che lo costringe al cambio e Borja Valero, suo sostituto, dà inaspettatamente maggior vivacità alla manovra nerazzurra alla sua cinquantesima presenza in nerazzurro. Nella ripresa l’Inter riesce infatti a duellare alla pari con gli Spurs vincendo la sfida quantitativa sui tiri per 8 a 6 (anche se sono 2 a testa quelli in porta). Ma anche se la gara fosse finita in pari e arrivata ai punti, molto probabilmente il guantone alzato al cielo sarebbe comunque stato quello degli ospiti. Nove decimi dei giocatori di movimento schierati titolari da Pochettino hanno provato almeno una conclusione nell’arco del 90’ – contro l’anomalia degli zero tentativi di Icardi e l’assenza di tiri in porta nerazzurri sino al 76’ –, i dribbling sono stati 24 a 6 (riusciti 13 a 2, 50% contro 33% di efficacia), gli intercetti 20 contro 6, e tra le altre cose sono significativi la posizione media e il baricentro dei 22 in campo, ben chiariti dalle grafiche pubblicate oggi dalla Gazzetta dello Sport.
Quasi ci dimenticavamo che, in ogni caso, ai punti non ci si è arrivati. L’inserimento di Son e Eriksen nella ripresa ha dato una scossa al Tottenham e a soli dieci minuti dalla fine è stato proprio il danese a strappare la qualificazione dalle mani dell’Inter e a rimettere ogni cosa in discussione dopo una galoppata di Sissoko e un bellissimo assist in giravolta di Alli. Senza dubbio quella di Wembley è una ghiotta occasione sfumata per la società meneghina, che non deve però disperare. Il Barcellona è il cavallo vincente sul quale puntare, ora ai nerazzurri manca solo recarsi al botteghino per piazzare la scommessa facendo risultato contro il PSV.