Giovanni Rosati
La prima sfida tra queste due squadre risale al novembre 1909, ovvero solo otto mesi dopo che quarantaquattro soci dissidenti del Milan manifestarono il proprio sdegno contro la decisione dei rossoneri di chiudere agli stranieri fondando il Foot-Ball Club Internazionale. Si giocò a Torino, ebbero la meglio i padroni di casa per 2-0. Quasi sessant’anni più tardi, nel 1967, Gianni Brera rinominò quella partita “Derby D’Italia”: tra le sedi dei due club c’erano quasi 150 chilometri di distanza, ma dalle due tifoserie quella sfida era sentita come – e forse più di – una fratricida stracittadina.
I 65 titoli bianconeri contro i 39 nerazzurri, il record di 102 punti di Conte contro il Triplete di Mourinho, l’onore d’esser l’unica società al mondo ad aver vinto ogni competizione della propria confederazione d’appartenenza contro quella di esser l’unica italiana ad aver giocato sempre nella massima categoria. Juve-Inter è una sfida piena di storia, di significati e di motivi di interesse, e su questo ci sono pochi dubbi.
Ma non ci accontentiamo. Ci aggiungiamo tutti i ricami sull’Inter come anti-Juve sferruzzati in estate, ci mettiamo il primo e il secondo miglior attacco del nostro campionato, poi la prima e la terza difesa del nostro campionato. Mettiamo il carico con lo scontro tra due dei migliori allenatori nostrani e con tutti quei duelli individuali che si potranno creare tanto a distanza quanto in marcatura. Siamo curiosi di vedere che contromosse prenderà Spalletti contro le posizioni ibride dei tre attaccanti di casa, con Dybala a metà tra il trequartista e l’ala destra e il duo Mandzukic-Ronaldo a dividersi arbitrariamente l’area e la zona mancina, curiosi di sapere in che modo si cercherà di scalfire la più che collaudata difesa bianconera, curiosi di capire in che modo il tecnico di Certaldo avrà pianificato di tirare un brutto scherzo a un dream-team come quello juventino. E il bello è che non dovremo neanche aspettare troppo.
Si sono affrontate in Prima Categoria, Divisione Nazionale, Campionato d’Alta Italia, Serie A, Coppa e Supercoppa Italia e persino in Mitropa Cup, e non importa se al tempo si chiamassero Ambrosiana invece che Internazionale oppure se avessero aggiunto l’appendice Cisitalia al proprio nome: il prossimo sarà il duecentotrentaquattresimo Derby d’Italia ufficiale, e niente potrà privarci di assistervi e rendergli il tributo di passione che merita.