(di Gianluca Guarnieri) Un grande del calcio italiano, un allenatore “old style” tutto grinta e cuore, ma attento alla tattica e capace di portare in Italia il “calcio totale” targato Olanda. E’ scomparso oggi Gigi Radice, tecnico dello storico Scudetto 1976 per il Torino, ed allenatore di Bologna, Fiorentina, Roma ed Inter. Il Trainer lombardo aveva 83 anni e da anni era malato di Alzheimer. Vincitore di ben tre scudetti da calciatore con il Milan oltre alla prima Coppa dei Campioni rossonera, Radice divenne tecnico esordendo in Serie A con la Fiorentina, per poi passare al Cagliari e al Torino. Con i granata il suo capolavoro: uno scudetto indimenticabile superando la fortissima Juventus, con un gruppo straordinario formato da campioni quali Pulici, Graziani, Zaccarelli, Claudio Sala, Pecci, Castellini, Patrizio Sala, sfiorando anche il bis l’anno seguente, superato dalla rivale cittadina per un solo punto (51 contro 50). Storica anche la salvezza con il Bologna nella stagione 1980/81 rimontando in modo sbalorditivo anche alla penalizzazione di 5 punti a causa dello scandalo scommesse 1980, e il campionato 1989/90 alla Roma, chiamato dal Presidente Dino Viola, impossibilitato ad ingaggiare Ottavio Bianchi (il presidente del Napoli Ferlaino lo bloccò per un anno…). Radice con professionalità e competenza, rivitalizzò una squadra in crisi e nonostante il problema di non poter utilizzare lo Stadio Olimpico per i lavori di Italia ’90, trasformò il gap in un vantaggio, con lo Stadio Flaminio divenuto una sorta di “Campo Testaccio” in versione anni ’80. Nel piccolo impianto di Viale Tiziano, quella Roma compatta, guerriera e battagliera si prese molte soddisfazioni, proiettata all’attacco da Voeller, Giannini, Rizzitelli e Bruno Conti, con le grandi parate di Cervone e Tancredi, e i tackles di Nela, Tempestilli e Desideri. Un calcio “pane e salame” nella più bella accezione del termine. Una perdita grande per il calcio italiano. Addio Mister Radice.