di Tiziano Villanacci
Il neo Presidente della Lega Pro Gabriele Gravina è stato chiaro: “La Lega Pro con l’ausilio di uno sponsor tornerà a chiamarsi Serie C ma soprattuto ci sarà un sostanziale cambiamento del regolamento che porterà le squadre da 54 a 60.” Queste dichiarazioni hanno una grande portata innovativa anche se alcuni elementi sono in questo momento poco chiari. In particolare per ciò che riguarda i play out.
La Lega Pro è costituita da 54 squadre che sono suddivise in 3 gironi, Girone A, Girone B e Girone C. Questi 3 mini-campionati sono creati in base alla posizione geografica delle squadre in modo da definire un girone per le squadre del nord, uno per le squadre del centro ed uno per le squadre del sud. Retrocedono in Serie D 9 squadre: le ultime di ogni girone (3) e altre due squadre di ciascun raggruppamento (2 x 3 gironi =6) dopo la disputa dei play out.
La formula è semplice: le squadre piazzatesi dalla penultima alla quintultima posizione si affrontano in due gare di andata e ritorno. Le perdenti saranno determinate dai punti ottenuti nella doppia sfida di andata e ritorno. In caso di parità retrocede chi si è classificato peggio alla fine della stagione regolare.
Resta da capire come si arriverà, l’anno prossimo, a 60 squadre: la Serie D decreterà 9 promozioni. Restano dunque sei posti vacanti.
La certezza è che Gravina spingerà per abbassare queste barriere che non permettono a tante formazioni di iscriversi e rendere più facile il ritorno a 60 squadre nella Lega Pro. Come? Attraverso i ripescaggi per meriti sportivi.
E i play out? Che senso avranno? Lo spiega Vice Presidente della Lega Pro Maglione: “Non ci sarà un blocco dei Play Out o un annullamento della retrocessione come qualcuno aveva pronosticato. Per tornare alle canoniche 60 squadre bisognerà recuperare 6 società: noi vogliamo privilegiare le squadre che già militano nella Lega Pro. Le condizioni per il ripescaggio saranno queste: 1) conti in regola, 2) non aver già usufruito di ripescaggi, 3) analisi su passati episodi di illeciti sportivi, 4) penalizzazioni, 5) illeciti amministrativi.”
E la D cosa ne pensa? L’avvocato Luigi Barbiero, coordinatore del dipartimento interregionale della LND. L’avvocato afferma come la LND abbia provato ad anticipare le idee dei vertici della Lega Pro rendendosi disponibile per far sì che queste sei squadre provengano dalla sua Lega. È stata proposta alle formazioni una formula di Play Off particolare che vedrà in ogni girone battersi la seconda contro la quinta e la terza contro la quarta. Questo porterà a 9 squadre vincitrici che per essere ripescate dovranno superare graduatorie non ancora definite ma per ora accennate: quoziente punti, arrivo nella Coppa Italia di categoria e la Classifica dei giovani avranno un valore. Una certezza c’è ed è molto importante: nella graduatoria non si farà riferimento al bacino d’utenza di ogni singola squadra.
Le tre possibili soluzioni che realisticamente potranno essere messe in atto:
1) privilegiare le squadre della Lega Pro
2) privilegiare squadre non nelle prime posizioni della LND (per la gioia di compagini storiche come Monza, Lecco, Seregno, Forlì, Gubbio, Fano, Campobasso, Taranto e Reggio Calabria)
3) rivoluzionare il movimento con l’introduzione di 6 squadre B delle maggiori formazioni di A.