Enrico Corsini
Erano due facce della stessa medaglia, quella della Serie A che lotta. Da un lato L’Atalanta a caccia di punti per conquistare un posto in Europa, e dall’altro la Spal che stringe i denti per conquistare la permanenza in Serie A. Alla vigilia della partita non c’erano speranze per la compagine ferrarese ed effettivamente, al termine dei 90 minuti, il campo ha dato il suo verdetto: Atalanta 2-1 Spal. Eppure per oltre 60 minuti la Spal era riuscita a sovrastare il suono della sofisticata musica suonata dall’abile orchestra del Maestro Gasperini, con il suo Rock di strada, a volte un po’ rude, quasi Punk ma efficace e pungente. Come all’andata quando Petagna vede gli ex compagni della Dea, vuole farsi rimpiangere e va in gol. All’andata però, Andrea ci riuscì per ben due volte, mentre ieri non è bastato il suo ottavo gol in campionato per arginare i bergamaschi, senza parlare del mal sfruttato regalo di Toloi ad inizio gara. Il reparto migliore dei biancazzurri è stato indubbiamente quello di centrocampo con i tre della mediana che sono riusciti benissimo nella fase di interdizione del gioco avversario ma anche a creare spazi ed opportunità per i loro ragazzi. Un po’ troppo nervoso è apparso Manuel Lazzari. Ora il gioco della Spal non è più il monotono “palla a destra e cross in mezzo”, visto per tutto il girone d’andata. Ora la palla gira di più e si cerca di scombinare le marcature avversarie creando un po’ di imprevedibilità sul versante d’offesa, e ciò sembra turbare l’animo dell’esterno ferrarese che vorrebbe riuscire ad ottenere più del 100% da ogni pallone toccato. Qualcosa da rivedere in difesa? Si, forse qualche disattenzione in meno avrebbe potuto regalare una gioia di versa o semplicemente quello che sembrava il risultato più giusto: un pareggio. Peccato, dunque per l’occasione sprecata dalla squadra di Semplici per avvicinarsi ulteriormente al Genoa, e se ne rammarica anche la famiglia Colombarini che, comunque, si dice soddisfatta della prestazione dei suoi ragazzi.