Giovanni Rosati
Dopo le diciannove partite del girone d’andata, sembrava che i primi tre posti della classifica fossero già stati assegnati. Alla Juve il primo, al Napoli il secondo, all’Inter il terzo. Nella notte di Capodanno, i nerazzurri erano effettivamente a +7 dalla quarta forza del campionato, al tempo la Lazio, e a +8 dai cugini del Milan, che con i biancocelesti e la Roma si sarebbero dovuti contendere l’ultimo posto valido alla qualificazione per la prossima Champions League. Sette giornate più tardi, Milan e Roma possono rispettivamente superare e raggiungere nel tabellone una Beneamata, la quale non soltanto rischia d’esser privata di una posizione che ormai sentiva di aver conseguito, ma di vedersi sfilare di mano addirittura il pass per la più prestigiosa competizione europea per club.
Cos’è successo nel 2019 nerazzurro? Un mix letale di avvenimenti all’interno e all’esterno del rettangolo di gioco. Il girone di ritorno si è aperto con un deludente 0-0 casalingo ed è proseguito con le sconfitte per 1-0 a Torino e contro il Bologna. Alla 4^ giornata la squadra è tornata alla vittoria al Tardini ma, proprio nel momento in cui serviva risollevarsi, è arrivato un duro colpo extra-campo: è scoppiato il caso Icardi. Privato della fascia da capitano e ferito nell’orgoglio, l’argentino ha disertato le successive uscite nerazzurre in via ufficiale per dei problemi al ginocchio di vecchia data, motivazione indebolita prima dalle parole di Spalletti sul rifiuto a partire da Vienna e poi dalla società stessa attraverso un tweet che smentiva il rinvenimento di nuove patologie al ginocchio incriminato. Tra i sedicesimi di Europa League e la successiva vittoria con la Samp i Baùscia sembravano aver trovato un equilibrio anche senza il loro ex-capitano e ritrovato le prestazioni di alcuni giocatori che fino a quel momento erano mancati. Poi il 3-3 al 101’ contro la Fiorentina è stato però evidentemente un colpo troppo duro da digerire, e il delirio di Spalletti a Sky lo aveva già ampiamente dimostrato. La sconfitta col Cagliari ne è solo la controprova.
La caduta delle certezze avute finora si è manifestata nella prestazione di Skriniar, sempre tra i migliori e ieri autore di una prestazione misera nella quale si è prima fatto sfuggire Pavoletti sul gol del 2-1 e ha poi concesso il rigore poi sbagliato da Barella che poteva ulteriormente peggiorare la situazione. Perisic è stato invece l’emblema di una reazione al caso Icardi solo apparente. Dopo una prima metà di campionato veramente opaca seguita dalla richiesta poi non accordata di esser ceduto nel mercato invernale, era proprio il croato il giocatore ad aver compiuto infatti la più evidente crescita da quando il nove aveva iniziato a rimanere fuori dai convocati. Alla Sardegna Arena c’è stata una nuova gigante involuzione, coronata con la sfortunata autorete dell’1-0 rossoblu. Il terzo ultimo messaggio lo ha lanciato Lautaro. Autore di una prestazione maiuscola in cui ha segnato ed è andato più volte vicino a replicarsi, il Toro ha sostituito Icardi nel migliore dei modi nelle ultime uscite, dando ai tifosi meneghini la sensazione che fosse finalmente in corso il giusto allineamento dei pianeti: l’asso della squadra viene messo fuori rosa per capricci economici e il suo sostituto, che prima d’allora soffriva per il poco minutaggio proprio per via della presenza del primo, esplode a suon di gol e porta i suoi al trionfo. Bene, all’attuale Inter non basta neanche questo. E oggi bisognerà attaccarsi alla tv e sperare in una miracolosa doppia sconfitta delle dirette competitrici per la Champions. Dopodiché ci sarà bisogno di una netta inversione di marcia.