di Pasquale Pollio
Oggi abbiamo il piacere di parlare di calcio con Luciano Tarallo, ex preparatore dei portieri del Napoli, con una lunga carriera che lo ha visto prima Direttore Tecnico del Portici agli inizi degli anni novanta, poi preparatore dei portieri nel 2003/04 nell’Avellino di Zeman, sino all’approdo dal 2005 nel suo amato Napoli, dove ha lavorato sino al 2017, ed oggi a capo dell’Academy Portieri, che si occupa di formare i giovani numeri uno del futuro.
Buongiorno Luciano, partiamo dal Napoli, la squadra che hai nel cuore, come valuti questa stagione contradditoria degli azzurri?
Credo che si sia esagerato parlando di fallimento, perché se è vero che non si sono raggiunti gli obbiettivi prefissati ad inizio stagione, è inconfutabile che arrivare secondi, centrando senza problemi l’ennesima qualificazione in Champions League resta comunque un risultato eccellente.
Ma allora come ti spieghi la tanta delusione dei tifosi?
Il motivo è semplice, sono anni che si raggiunge la piazza d’onore o la qualificazione europea, ma non si riesce mai a fare il salto di qualità, e questo crea malumore nella tifoseria che vorrebbe vedere la squadra alzare qualche trofeo.
Ora torniamo al tema a te più caro, i portieri, quali sono stati i tre migliori numeri uno di questa stagione, escludendo i portieri azzurri di cui parleremo dopo?
Nell’ordine direi primo su tutti Gigi Sepe, perché si è distinto per tecnica e personalità in una squadra come il Parma che lottava per mantenere la categoria, dimostrando di meritare la Serie A, poi sicuramente Szczesny che è andato a sostituire un mostro sacro come Gigi Buffon senza ripercussioni, ed infine Donnarumma, che dopo un leggero periodo di appannamento, fisiologico vista l’età del ragazzo, è tornato sui livelli dello scorso anno.
A proposito di Gigio Donnarumma, nell’ultimo incontro casalingo del Milan è riuscito a parare un rigore a Camillo Ciano tenendo in partita la squadra, ma quando si para un rigore il merito è del portiere o, come spesso si dice, è demerito dell’attaccante?
Tecnicamente il rigore è imparabile soltanto se il tiratore lo calciasse ad una velocità pari a 100 Km/h angolato, rasoterra o alto non ha importanza, in quanto il pallone viaggiando a 28 metri al secondo impiegherebbe 40 centesimi di secondo per superare la linea di porta, considerando che un portiere medio ha un tempo di reazione di 30 centesimi di secondo, resterebbero solo 10 centesimi, con passo e spinta non potrebbe scientificamente intercettare il pallone. Il lato sicuramente negativo di un tiro così forte è coniugare velocità e precisione.
Visto che due dei tre top numeri uno della Serie A scelti da te sono italiani, dammi un terzo nome da suggerire a Mancini
Senza dubbio Sirigu, portiere esperto e con buona tecnica, che ha disputato l’ennesima stagione esaltante.
Torniamo all’azzurro Napoli, come giudichi la stagione dei tre numeri uno che si sono alternati tra i pali?
Meret ha confermato di essere stato un acquisto meraviglioso, grazie al prezioso suggerimento di Alessandro Nista, attuale preparatore dei portieri azzurri, pensa che già nel 2015 Alessandro mi faceva notare con dei video la bravura di questo estremo difensore, ed è un portiere con enormi margini di crescita, deve solo migliorare nelle uscite e nella tecnica podolica, mentre Ospina, su cui nutrivo già dei dubbi, non mi ha assolutamente convinto, di Karnesis evidenziai la mediocrità all’atto dell’acquisto, non è un portiere che possa assicurare tranquillità e sicurezza al reparto, ha una discreta tecnica podalica ma manca nei fondamentali.
Mister, passiamo ai consigli per gli acquisti, mi dia dei nomi di portieri che l’hanno impressionata
Tra i giovani sicuramente Nikita Contini, estremo difensore di proprietà del Napoli, che ha disputato la stagione in prestito al Siena, poi Massolo dell’Entella, ed anche un portiere non più giovane come Branduani della Juve Stabia, che se confermato potrebbe fare bene anche in cadetteria.
Tornando all’attualità, il 13 Maggio si è tenuto il primo stage per giovani portieri organizzato dalla tua Accademy in collaborazione con il Giugliano dove sei stato affiancato dal Docente di tecnica del portiere alla Scuola di Coverciano Gaetano Petrelli, raccontaci come è andata
C’è stata la partecipazione di molte società che hanno accompagnato i ragazzi, e visto il riscontro anche mediatico, non posso che essere soddisfatto.
Lo stage è servito a trasmettere ed approfondire concetti e conoscenze tecniche e tattiche del ruolo, ed oltre me e Gaetano Petrelli, da te citato, ci siamo avvalsi della collaborazione di Mr. Antonio Giordano e Mr. Marco Avente.
Le lezioni vertevano sulla tecnica del portiere e quella podalica indispensabile oggi nella formazione di un estremo difensore.
Permettimi di ringraziare in particolar modo il Patron del Giugliano, Salvatore Sestile, per la disponibilità e per la professionalità dimostrata.
Ed ora quali sono i tuoi programmi futuri, fermo restando che siamo certi di vederti presto allenare portieri in qualche società professionistica?
Sto programmando dei nuovi stage, ed in uno di questi, che si terrà a Napoli, avremo con noi il campione del modo, Gianluca Zambrotta, per il resto vedremo cosa ci riserverà il futuro.
Grazie ancora Luciano ed aspettiamo di rivederti sul campo ad allenare portieri